Il 9 novembre 1046, dopo il terremoto della media valle dell’Adige, ci fu un’enorme frana dei Lavini di Marco, citata nel Canto XII dell’Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri.
ll sisma della media valle dell’Adige, chiamato anche terremoto della Valle Tridentina, fu un evento sismico che ebbe luogo il 9 novembre 1046 lungo la Valle dell’Adige, in Trentino.
Secondo alcuni studi l’episodio generò una frana, nota come “ruina dantesca“, citata nella Divina Commedia.
Il sisma è stato documentato in tre annali dei benedettini che sono custoditi in Germania, la fonte completa è negli Annales Corbeienses dell’abbazia di Corvey dell’arcidiocesi di Paderborn.
ll terremoto distrusse 30 castelli, uccidendo anche gli abitanti, e causò una grande frana che ostruì lo scorrere del fiume Tar, parola tedesca Tal ossia valle, il “fiume della valle“, cioè l’Adige.
Il 9 novembre 1046 a seguito del terremoto una delle grandi frane del Trentino, nella Media Val d’Adige il 9 novembre 1046 con deformazioni tettoniche, quali evidenze di terremoti di epoca storica.
Da un punto di vista scientifico è stato un avvenimento importante, in quanto si tratta dell’unico terremoto noto avvenuto nella Valle dell’Adige e a nord di Verona.
Gli studi del 2017 condotti con il metodo dell’esposizione all’isotopo radioattivo cosmogenico testimoniano che ad aver causato una serie di grosse frane situate nelle vicinanze di Rovereto, fra cui la frana di Castel Pietra e le altre frane.
La più importante frana, visibile ancora oggi dalla statale 12 dell’Abetone e del Brennero è nota come la “ruina dantesca”, caduta a seguito di un terremoto, citata nel Canto XII dell’Inferno di Dante Alighieri. Fu un terremoto così singolare che ancora oggi se ne parla e i danni dell’epoca hanno avuto ripercursioni anche sulle strade nuove.
Il terremoto ha avuto epicentro nella media valle dell’Adige e causò crolli e molte vittime; l’area dei danni si estese da Salorno fino alla chiusa Ceraino nel veronese, vicino al lago di Garda.