“La domenica è come il purgatorio: tra il paradiso del sabato e l’inferno del lunedì “.
Il “Sunday Blues” è quel senso di tristezza che ci pervade la domenica pomeriggio, poiché essa indica l’inizio della fine del weekend, facendo nascere in noi la preoccupazione per la nuova settimana.
L’angoscia per il lunedì lavorativo l’aveva anticipata secoli prima il poeta di Recanati con la sua poesia Il sabato del villaggio, in cui Leopardi descrive una scena di vita paesana tipica del sabato sera: i contadini rientrano dai campi, le persone anziane siedono a parlare e giovani giocano festosamente. Insomma sono tutti lieti nell’attesa del giorno di festa. Ma una volta giunta la domenica tanto attesa, ecco che ne svanisce l’incanto e l’illusione, poiché essa finisce per portare con sé tristezza e noia, invece della festività ambita, inducendo ognuno di noi a volgere il pensiero all’indomani lavorativo, dove cesserà ogni riposo.
In tempi moderni per tale sindrome è stato coniato il termine di “Sunday Blues”. In Gran Bretagna secondo dei sondaggi alcuni britannici cominciano a farsi prendere dall’ansia del lunedì già alle 10 della domenica mattina, altri addirittura nel momento del pranzo domenicale.
La domenica viene considerata il giorno più noioso della settimana. In realtà basterebbe concedersi un po’ di sano divertimento per movimentarla, scacciando così l’ansia per la giornata successiva. Invece molte persone ammettono di chiudersi in casa l’intera domenica e di non uscire, provando così invidia per quei colleghi che al contrario si sono rilassati e divertiti, senza soffermarsi a pensare all’arrivo dei giorni lavorativi.
Il “Sunday Blues” è molto simile alla depressione post-vacanza, quando una volta tornati da giorni o settimane di relax si fatica a riprendere la quotidianità e con essa il lavoro che la comprende. Ecco come l’idillio di questo giorno festivo, di cui parlava Leopardi, svanisce senza neanche rendercene conto. La sua attesa ci ha solo illuso, mostrando l’esito del tutto contrario alle nostre aspettative.