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Il riscatto passa dal Mare di Nisida

Il riscatto che passa dal Mare di Nisida, i ragazzi dell’area penale si immergono per la pulizia dei fondali. 

Sono ragazzi che hanno aderito al progetto Bust Busters. Durante i corsi di formazione hanno visto e conosciuto il patrimonio ambientale della loro città.

Minorenni dal passato buio ma con tanta voglia di riscatto, protagonisti di un nuovo percorso, o meglio, un progetto educativo che si svolge nelle acque di Nisida.

Un progetto del Ministero della giustizia rivolto a giovani detenuti, in comunità o in un percorso di riscatto che dopo aver conseguito il brevetto da 18 metri per sub s’immergono per scandagliare e ripulire i fondali delle acque di Nisida. I ragazzi diventano quindi dei veri e propri cittadini attivi per la comunità, guidati a una forte voglia di ricominciare. Un progetto di recupero ambientale oltre che di formazione vera e propria, grazie al quale i ragazzi possono guardare al futuro con occhi diversi, impegnandosi in qualcosa di concreto.

Giuseppe Centomani, direttore del Centro minorile della Campania ha dichiarato: “Questi ragazzi vedranno un altro mondo: il patrimonio ambientale sottomarino del golfo di Napoli e cercheranno di tutelarlo e di amarlo”.

Ad accompagnare i ragazzi Rosario Santanastasio, presidente nazionale di Archeoclub D’Italia, ma anche i palombari della Marina Militare e i sub di MareNostrum.

Il progetto nasce dalla collaborazione anche di Marina Militare, Corpo Militare dell’Ordine di Malta, Asia, Archeoclub D’Italia, MareNostrum, Arpac Campania, alcuni ristoratori, club e circoli.

Un’operazione che rientra nell’ampio programma di tutela ambientale messo in campo da Archeoclub D’Italia Nazionale.

Grazie a quella che può essere definita una esperienza di vita, i giovani dell’Area Penale di Napoli hanno potuto osservare un mondo diverso, appartenente a tutti, anche a loro stessi, toccando con mano il vasto patrimonio ambientale e culturale di Napoli.

Dunque, non solo pulizia di quegli stessi fondali, ma anche un’attività di tipo professionale, avendo i ragazzi svolto un corso per diventare sub. Una grande opportunità per tutti i minori coinvolti, che con grande emozione hanno dimostrato – di esserci, di non essere invisibili – mettendosi a disposizione della collettività.