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Il rapporto tra cinema e letteratura, l’esempio di Moravia

Il rapporto tra cinema e letteratura è nel dopoguerra più stretto che negli anni precedenti, in seguito alla nuova espansione dell’industria cinematografica,  che impegna come sceneggiatori numerosi scrittori basta ricordare per il cinema neorealistico, l’essenziale attività di Cesare Zavattini, che ha elaborato sia soggetti originali per opere cinematografiche, ad esempio per Miracolo italiano di De Sica, sulla base di un suo precedente racconto: Totó il buono; sia sceneggiature ricavate dai soggetti più diversi, come Ladri di biciclette, ricavato dal romanzo di Bartolini.  In qualità di sceneggiatori, hanno collaborato con il cinema scrittori di rilievo come Moravi, Flaiano. Molta produzione cinematografica, ha continuato negli anni Quaranta e Cinquanta, a trarre i soggetti da opere letterarie di tutti i tempi, il caso più celebre è Senso, di Luchino Visconti, tratto dall’omonimo racconto di Camillo Boito.

I film tratti da opere della letteratura contemporanea furono in un primo momento relativamente rari, maggiore fu la loro frequenza negli anni Sessanta, con uno scambio che poi è continuato in maniera più stanca, nel quadro di una crisi generale del cinema italiano e di una sostanziale carenza di validi soggetti cinematografici (un caso è il film di Federico Fellini, La voce della luna, tratto dal romanzo Il poema dei lunatici di Ermanno Cavazzoni).

Il rapporto tra cinema e letteratura: Moravia

Il sopra citato Moravia ha esercitato anche con la sceneggiatura, un esercizio interminabile che gli ha permesso di riempire l’astio nei confronti della realtà, di una società alla quale non sentiva di appartenere. Una incessante costruzione del sè, una difesa sistematica da una minaccia distruttiva che è alla radice del suo essere. In ogni suo gesto, Moravia assorbe e semplifica le forma della realtà e della cultura contemporanea, ma la sua è una semplicità tragica, una semplificazione che lo scrittore ricava nel corso degli anni, attraverso un modello intellettuale che ebbe grande risonanza presso il pubblico italiano. Moravia fu un intellettuale impegnato, sempre pronto a dare il suo giudizio sulla realtà politica e sociale, sempre presente sulla scena del mondo, al di là di ogni ideologia politica, mettendo insieme i vari elementi della propria esistenza. Un artigiano della narrativa, così è stato definito Alberto Moravi, prima di tutto per le sue doti, e per quella inesauribile voglia di creare personaggi e scene, oggetti, persone, incentrati su uno sguardo personale, vibranti di un flusso continuo che si prolunga nel tempo, rappresentazione di un mondo che per lui non può essere altro che come gli appare, indifferente.
In questo modo il rapporto tra cinema e letteratura si è nel corso del tempo ampliato, arricchendosi di nuovi elementi, nuove sfumature, divenute poi di fondamentale importanza.