Il nuovo cinema neorealista. Il neorealismo fu un movimento culturale che si sviluppò in Italia nel dopoguerra ,in particolare tra il 1945 e il 1951. Fu soprattutto il cinema ad assorbirne la carica artistica rivoluzionaria, ormai sciolto dai legacci del ventennio.
Caratteristiche dei film neorealisti
I capolavori neorealisti di registi quali Rossellini e De Sica si distinsero dalla produzione italiana precedente per vari aspetti. Innanzitutto i protagonisti delle storie narrate non erano attori celebri, e le storie non avevano intenti propagandistici patriottici come nei film americani del dopoguerra. Gli interpreti erano quasi sempre al loro esordio cinematografico: bambini, operai, contadini, pensionati.
Erano un mix tra cinema e documentarismo, descrivendo in maniera cruda e realistica la difficile situazione in cui era venuta a trovarsi la nostra nazione negli anni duri dopo la fine del secondo conflitto mondiale.
Un nuovo modo di concepire il cinema che spiazzando tutti contribuì a modificarne la concezione che se ne aveva avuto fino a quel momento. La nascita del cinema moderno avviene proprio in quegli anni.
Non a Cinecittà, ma riprese in luoghi veri. Non grandi budget, ma pochi mezzi. Non storie elaborate, ma semplici e lineari . Non grandi copioni , ma ampio spazio all’improvvisazione. Oltre all’uso del dialetto o comunque dell’accento dialettale, a rimarcare l’estrazione popolare dei protagonisti.
Uno stile che, nonostante lo si consideri comunemente concluso nel 1951, ha continuato ad esercitare la sua influenza fino ai nostri giorni, e non solo sul cinema italiano.
“Roma città aperta” e “ Paisà” di Rossellini. “Ladri di biciclette” e “Sciuscià” di De Sica. Solo per citare i titoli più famosi, ambientati quasi sempre o a Roma o a Napoli.
Il nuovo neorealismo
Il nuovo neorealismo è stato inaugurato nel 2023 da Paola Cortellesi col suo “C’è ancora domani”. Il film è un evidente tributo al neorealismo dei maestri , grazie alla scelta della fotografia in bianco e nero e l’ambientazione della vicenda nella miseria del dopoguerra.
Ma non si è trattato di un caso isolato. Ecco che nel 2024 sono già uscite altre due pellicole che si incanalano in questo filone. Si tratta de “Il treno dei bambini” di Cristina Comencini e “Napoli-New York” di Gabriele Salvatores, entrambi con ambientazione (anche se in parte) napoletana.
Sembra dunque ormai consolidata questa nuova tendenza del cinema italiano contemporaneo, ormai saturo del minimalismo imperante per anni con le sue microstorie piccolo e medioborghesi, anguste e limitate, per non dire asfissianti e senza prospettiva, avvitate su sé stesse. Costantemente incentrati sulle nevrosi del ceto medio alle prese coi suoi piccoli problemi, o presunti tali, lontani anni luce dai grandi problemi della vita.
Finora però si tratta di film-tributo ai grandi maestri. Tutti ambientati ancora nel dopo guerra. Aspettiamo d’ora in poi film con caratteristiche simili ma ambientati nella contemporaneità
Papa Francesco e il neorealismo
Concludiamo con le parole di Papa Francesco, grande estimatore di questo tipo di cinema. La cosa non deve sorprendere. Innanzitutto è un Papa molto attento alla cultura in tutte le sue forme (cinema ma anche musica, letteratura e così via). E poi un papa che preferisce la strada agli sfarzi vaticani, deve per forza ammirare il “cinema di strada” quale in fondo è quello neorealista.
“Vedere è un atto che si compie solo con gli occhi, per guardare occorrono gli occhi e il cuore. I film neorealisti non sono dei documentari che restituiscono una semplice registrazione oculare della realtà; la restituiscono sì, ma in tutta la sua crudezza, attraverso uno sguardo che coinvolge, che muove le viscere, che genera compassione.
È la qualità dello sguardo a fare la differenza, allora come oggi. Quello neorealista non è uno sguardo da lontano, ma uno sguardo che avvicina, che tocca la realtà così com’è, che se ne prende cura e, dunque, che mette in relazione.”