Il 22 ottobre del 1964 Jean-Paul Sartre ottiene il premio Nobel per la letteratura, ma lo rifiuta perché, a suo avviso, nessuno merita di essere consacrato da vivo.
Jean-Paul Sartre nasce a Parigi nel 1905, dove orfano di padre, grazie alla vicinanza del nonno materno, si appassiona alla letteratura. Vive la sua età adulta nel pieno di un periodo storico di conflitto delle ideologie, dalla divisione del mondo in due visioni: quello americano e quello sovietico. Inoltre questo periodo è ricco di guerre: in Vietnam, in Corea, in Algeria, e le rivoluzioni cubana e cambogiana.
Nel 1964, Sartre diventa per molti, soprattutto giovani, un simbolo della “ribellione” e dell’anticonformismo nel Dopoguerra perché condivide le proprie idee contro l’imperialismo americano, è favorevole, almeno in un primo momento, alla Rivoluzione cubana;
Dopo aver partecipato alla Resistenza francese durante la Seconda Guerra Mondiale, Sartre aderisce al partito comunista, sostiene Stalin e Mao, ed è amico di Fidel Castro e Pol Pot. Dopodiché abbandona le ideologie dei regimi totalitari e si avvicina a posizioni politiche anarchiche, che lo rendono protagonista attivo del maggio francese nel 1968.
Sartre rifiuta il Premio Nobel ricevuto, proprio per la sua figura attiva e protagonista della realtà politico-culturale contemporanea. Già quando iniziano a circolare le voci sulla propria candidatura al premio, Sartre scrive al segretario dell’Accademia in persona di non desiderare essere tra i candidati per l’onorificenza, né nel 1964 né dopo. Ma l’Accademia gli conferisce ugualmente il riconoscimento perché Sartre è un uomo di forte influenza dell’epoca.
Sartre scrive di nuovo una lettera ribadendo il suo rifiuto e spiegando che ha declinato le onorificenze ufficiali anche quando, dopo la guerra, nel 1945, gli è stata proposta la Legione d’Onore.
Sartre spiega nel dettaglio il motivo del suo rifiuto: ha rifiutato il premio Nobel per la letteratura perché non vuole che qualcuno lo consacri prima della sua morte. A parer suo nessun artista, nessuno scrittore, nessun uomo merita di essere consacrato da vivo, perché ha il potere e la libertà di cambiare del tutto.
Nella storia del premio Nobel, istituito nel 1901, quello di Sartre fu un caso unico ed eccezionale. Nel 1958 anche il poeta e scrittore russo Boris Pasternak scrisse all’accademia svedese di non poter accettare il premio, ma per motivi che non dipendevano da una sua libera scelta. Il terzo caso di rifiuto, infine, è quello di George Bernard Shaw che nel 1925 accetta il Nobel ma rifiuta di ricevere il premio in denaro che questo prevede, chiedendo che venisse utilizzato per la traduzione dallo svedese all’inglese di alcune opere.