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Il Napoli prosegue il viaggio nei mondi ultraterreni

Sorrisi, tanti sorrisi a 32 denti, gioia e felicità che sprizzano da ciascun poro di ogni tifoso. In un percorso complesso e laborioso, salvifico, come quello di Dante nella Comedia, il Napoli è partito dai luoghi macabri e cupi, dolenti e tormentati dell’Inferno, costellato da sconfitte e delusioni, attimi negativi ed ostili. Le condizioni migliorano, l’esperienza continua, si giunge nel Purgatorio: qui a guardia c’è Rino Gattuso, che decide di accettare la corte azzurra, recuperare l’imbarcazione dei partenopei e guidarla verso la salvezza, verso l’ultimo mondo ultraterreno, per sognare e raggiungere le stelle nel cielo. Arrivare fin lì, in Paradiso, rappresenta la fine di un percorso interiore, che ha mutato nel profondo i calciatori azzurri. Mister Rino ha usato il suo solito effetto rigeneratore, inculcando nella mente dei suoi una certa beatitudine, uno stato di grazia sopraggiunto alla fine di una sorta di cammino spirituale, proprio come le anime del mondo dantesco.
Come già detto, il Napoli pare sia stato rigenerato ed è stato evidente dopo l’avvio del Campionato: buona la prima, infatti, per gli azzurri, che espugnano un “Tardini” popolato di soli mille tifosi. La squadra di Gattuso ha vinto 2-0 e l’ha fatto mettendo in moto gli ingranaggi soltanto nella mezz’ora finale del match, dopo quasi un’ora di gioco noiosa e deludente, sessanta minuti avari di emozioni, accavallati da ritmi bassi e lenti. I marcatori sono stati Dries Mertens e Lorenzo Insigne, ma decisivo è stato l’ingresso in capo di Victor Osimhen. Alla sua prima partita in Serie A, il gioiello nigeriano, con il suo ingresso in campo del rettangolo verde dei crociati, ha svoltato l’andamento del match, ha permesso al Napoli di cambiare volto e trasformarsi in una macchina offensiva davvero devastante.
Tutti insieme in campo, non capiterà sempre, anche per ottenere un certo equilibro, ma tutti in campo sono una vera forza della natura, quasi incontenibile. Fino all’ora di gioco, le due compagini si erano equivalse, la retroguardia del club di mister Fabio Liverani ha retto bene ed ha neutralizzato i tentativi d’attacco dei partenopei, respingendo splendidamente le percosse ricevute. Senza volti nuovi, il tecnico gialloblù ha optato per un modulo diverso rispetto al passato, al 4-3-1-2, con Kucka alle spalle della coppia d’attacco Inglese-Cornelius, potente fisicamente, ma forse troppo statica.
Poco movimento, quindi, per gli attaccanti del Parma, ma lo stesso discorso vale anche per il tridente azzurro nei primi sessanta minuti: Lozano-Mertes-Insigne, sebbene il compito e il dovere di attaccare, è stato il reparto inoffensivo, fino all’ingresso in campo di Victor. Soltanto con l’attaccante nigeriano sul terreno di gioco, il Napoli ha messo le ali e non è precipitato nuovamente dal Paradiso, deviando il traviamento e continuando a seguire la “retta via“. Da quel momento in poi, ha dominato il match, diventando improvvisamente corsaro e portando a casa tre punti vitali al debutto in Serie A.
Dopo 180 secondi, precisamente 3 minuti, la sostituzione di Demme per Osimhen, ci pensa Ciro Mertens a spingere la sfera in rete, sfruttando un erroraccio di Iacoponi, un rilancio effettuato non nel migliore dei modi, punito così dal folletto belga; lo stesso lo ha fatto il capitano nei minuti finali. Protagonista in entrambe le azioni che hanno portato al gol, “El ChuckyLozano, che sembra aver iniziato con il piede giusto questa nuova stagione. Tra le due reti, da segnalare un palo scheggiato da Lorenzo, oltre una prestazione “monstre” da parte di Victor.
Che esibizione della punta nigeriana, una partita fuori dagli schemi, una prova di livello, con la velocità la sua arma migliore, e lo si è visto! “Di Osimhen mi ha colpito la sua serietà, non dimentica da dove è partito e i sacrifici che ha fatto. Si è costruito da solo, e complimenti a lui per la voglia. E’ un ragazzo giovane con la testa di un 40enne, spero che non commetta degli errori e non cambi atteggiamento” queste le parole di mister Rino, d’altronde veritiere. Nonostante la giovane età e la Serie A sia un campionato molto diverso dalla Ligue 1, nel quale militava precedentemente, ha piegato per bene due volte la difesa del Parma ed ha svoltato completamente la partita. Non si fermava neanche per un secondo, sembrava un indemoniato in mezzo al campo, come la bambola Annabelle nel film horror creato, solo che non è un semplice pupazzo di stoffa, ma una vera macchina da corsa, con una velocità supersonica.
Lo stesso capitano del Napoli, contento ed orgoglioso per il nuovo record raggiunto, 350 presenza con la maglia azzurra, si coccola la nuova punta di diamante nigeriana: “Non ha impressionato solo me, ma tutto il gruppo. Quando attacca la profondità è devastante. Chi mi ricorda? Un po’ Cavani, per come attacca gli spazi“. Parole importanti, paragoni forse azzardati? Chi lo sa, soltanto il tempo, lo scorrere inesorabile del tempo darà responsi su questo futuro e talentuoso prospetto. Mister Gattuso, quindi, può già esultare alla prima di Campionato: importantissima la vittoria contro una squadra ostica, ma la soddisfazione è rivolta verso la grande prestazione dei suoi. Il vento d’Africa, targato Victor Osimhen, spinge l’attacco del Napoli, anzi spinge l’intera squadra verso il successo e verso l’inizio, si spera, di tante emozioni e appagamenti. E chissà se magari non è già cominciata l’epoca dei successi qui in Campania