Al Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa parte una nuova iniziativa.
In seguito al periodo di stallo, causato dalla pandemia, la struttura riapre con una proposta innovativa e al passo coi tempi.
Il Museo Napoletano è noto per l’unicità delle sue proposte, capaci di affrontare temi rilevanti, come la cultura e il rispetto dell’ambiente; la scorsa settimana la struttura ha presentato uno sconto speciale ai visitatori che hanno portato un libro con sé.
Questa settimana il tema affrontato sarà diverso, passeremo dalla cultura al rispetto dell’ambiente. Stavolta i visitatori avranno l’opportunità di acquistare un biglietto a soli 3 euro se arriveranno alla struttura in bici.
Un’iniziativa all’insegna della tutela dell’ambiente, che si tiene da giovedì 11 Giugno a domenica 14 Giugno 2020 dalle 9:30 alle 19:30.
Storia del Museo di Pietrarsa
Il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa è un museo ubicato tra Napoli e Portici, ed è gestito dalle ferrovie dello stato italiane.
La struttura è stata edificata dove sorgeva il reale opificio borbonico di Pietrarsa, nato nel 1840 come industria siderurgica e che dal 1845 divenne una fabbrica di locomotive a vapore. Nel 1853 a Pietrarsa erano impiegati circa 700 operai, che fecero dell’opificio il più importante nucleo industriale del paese.
Inoltre, nel corso del tempo, la struttura ha ricevuto visite da personaggi illustri, tra i quali papa Pio IX e lo zar di Russia Nicola I; quest’ultimo si mostrò molto interessato all’opificio, tanto da volerlo utilizzare come modello per il complesso di Kronstadt.
Con l’Unità d’Italia il prestigio della struttura cominciò a vacillare. Una relazione dell’ingegnere Gradis riportava dati negativi sull’attività dell’opificio, consigliandone la chiusura immediata. Nel 1862 la gestione della struttura venne affidata alla ditta Bozza, che decise di ridurre il personale e questa decisione portò a gravi scontri.
La situazione migliorò soltanto nel 1877, quando lo Stato assunse l’ingegnere Passerini, che portò ad un aumento della produttività. Nel 1905, con la statalizzazione delle ferrovie, divenne di proprietà delle ferrovie dello stato che impiegarono la struttura come un’officina di grandi riparazioni.
Un museo nel quale storia ed innovazione si intrecciano e che propone iniziative sempre nuove.