Il mais ha origini antichissime. Sembra che il nome di questo cereale derivi dal linguaggio indigeno haitiano. Il mais, proveniente dall’America centro meridionale, è anche chiamato “grano turco” perché nel XVI sec. tutto quello che proveniva dalle colonie era “turco”.
I nativi decorticavano il granturco in acqua e calce. Dopodiché macinavano il cereale e realizzavano delle focacce (le famose tortillas). Furono i primi esploratori a portare questo noto cereale in Europa, che da quel momento entrò a far parte delle cucine europee. Alcune fonti testimoniano che fu proprio Cristoforo Colombo a portare il mais in Europa.
In realtà la storia ci dice che già nel V secolo a.C. i messicani coltivavano il granturco. In particolare gli Aztechi e i Maya lo venerevano proprio come una divinità di grande importanza.
Nella nostra bella Italia il mais arrivò nella seconda metà del Cinquecento, in particolar modo in Veneto. Qui i contadini riconobbero il grande sapore del cereale e iniziarono a lavorarlo per ottenere della farina. Nacque cosi la polenta.
Il mais arrivò presto anche a Napoli. La città partenopea era infatti un vicereame di Spagna, dove il mais era già diffuso da tempo. Nel ‘600 a Napoli nacque l’uso di bollire o arrostire le spighe di mais dando origine alla famosa “spighetta” , uno street food ancora molto comune.
Nel nord Italia invece il granturco si sostituì al pane, in quanto più economico e più durevole. Ed è così che i vari tipi di polenta si contaminarono con altri prodotti locali dando vita alla “polenta conssa” biellese, al “pasticcio di polenta” veneta e ad altre, a seconda della regione.
In generale possiamo dire che il granturco è un alimento privo di glutine e ricco di ferro. Il cereale è ricco di carboidrati. Pensate che cento grammi di mais forniscono circa trecentocinquanta calorie. Pertanto il cereale è perfetto per tutti coloro che soffrono di anemia ed è l’ideale se viene consumato dopo un’intensa attività sportiva.