Lunga e perigliosa è la storia editoriale de Il maestro e Margherita, uno dei classici più affascinanti del ‘900 russo, un romanzo apprezzato in tutto il mondo come dimostrano le sue molte traduzioni. Il romanzo di Bulgakov, scritto e ambientato durante il regime di Stalin ha dovuto affrontare diverse censure ed è stato pubblicato per la prima volta postumo solo alla fine degli anni ’60 in Russia (sempre censurato). L’edizione integrale arriva solo due anni dopo e si diffonderà in tutto il mondo.
La storia raccontata nel romanzo è andata incontro a diversi adattamenti cinematografici: la versione più apprezzata è quella del 1972 diretta da Aleksandar Petrović con protagonisti: Ugo Tognazzi, Mimsy Farmer, Bata Živojinović e Alain Cuny. Dal 15 maggio però sarà disponibile nei cinema italiani un nuovo adattamento del celebre classico, un film che potrebbe superare anche la versione del 1972. Questo nuovo film è una produzione russa che vede alla regia Michael Lockshin (già regista di Pattini d’argento uscito nel 2020). Nel cast ci saranno August Diehl, Evgeniy Tsyganov, Yulia Snigir e Claes Bang.
Il maestro e Margherita, la trama
Il tutto è ambientato nella Russia degli anni ’30, durante il regime di Stalin: il film (così come il libro) segue le vicende di un giovane scrittore travolto dallo scandalo a causa di una sua pièce teatrale colpevole di rappresentare Cristo con troppa umanità. L’opera viene censurata e stroncata dalla critica e il giovane scrittore, noto come il “maestro” vive emarginato dalla società, trovando conforto solo dalla relazione con Margherita, una donna bella e intelligente, ma sposata. Il “maestro” dà vita ad un nuovo romanzo in cui il protagonista è il diavolo che decide di visitare Mosca. Il diavolo o meglio Woland, appare come un personaggio enigmatico seguito da un gruppo di figure grottesche e ammalianti. A quel punto la realtà si confonde con la finzione e il gruppo semina il caos a Mosca.