Il porto del Granatello, situato a Portici, ha origini, che risalgono agli anni del Regno delle Due Sicilie.
Il porto è così chiamato per la presenza di numerose piantagioni di melograno, che si estendevano lungo tutto il litorale fino all’attuale piazza San Pasquale.
Queste piantagioni furono distrutte dall’eruzione del Vesuvio, avvenuta nel 1631, la quale ha conferito al porto il suo aspetto attuale.
La storia del porto del Grantello si intreccia con quella della Reggia di Portici. Infatti, la Reggia di Portici era stata fatta costruire da Carlo III di Borbone come residenza reale della sua dinastia.
Tuttavia, Carlo III di Borbone non ordina la costruzione del porto in modo da evitare attacchi dei nemici, provenienti dal mare.
Alla morte di Carlo III di Borbone succede Ferdinando IV, che inizia l’opera di costruzione del porto del Granatello nel 1773.
Il progetto fu affidato all’ingegnere Carrabba. Inizialmente, il progetto del porto del Granatello prevedeva la presenza di due moli.
I lavori di costruzione iniziarono nel 1774 e terminarono nel 1780.
Nei primi anni, il porto non ebbe una grande importanza commerciale, ma solo a partire dal 1840 divenne lo sbocco di parte della produzione dello stabilimento industriale di Pietrarsa.
Quando la dinastia dei Borboni non fu più al potere, il porto del Granatello cominciò ad avere notevole valenza commerciale. Infatti, il porto si trasformò in una zona industriale anche perchè nelle aree circostanti furono costruiti magazzini e depositi.
Il Granatello sviluppò molto la sua attività mercantile e nell’anno 1910 divenne porto di seconda categoria.
Questo porto ebbe il periodo di massimo sviluppo durante la Seconda guerra mondiale, in quanto divenne satellite del porto di Napoli. Il porto fu colpito poi da un forte abusivismo con l’apertura di ristornanti e locali abusivi.
Poi, dopo opere di bonifica, divenne luogo turistico eccellente.