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Il digiuno è terapeutico, specie per abbassare i livelli di insulina

L’importanza di praticare il digiuno per il corpo, almeno una volta a settimana.

Il digiuno è una pratica molto vecchia, è stato utilizzato per la perdita di peso, ma anche per migliorare la concentrazione, prolungare la durata della vita, prevenire il morbo di Alzheimer, prevenire la resistenza all’insulina e persino invertire l’intero processo di invecchiamento. È un ottima pratica anti-aging!

Per perdere peso oggi si fa affidamento alle più svariate tradizioni alimentari esotiche, mai provate, a studi scientifico-nutrizionali più moderni, ma secondo molti basterebbe semplicemente fare riferimento a pratiche che già conosciamo: il digiuno.

Il digiuno è una delle più antiche tradizioni curative della storia dell’umanità, è stato praticato in concreto da ogni cultura e religione della terra.

Ippocrate di Cos (ca. 460 – 370 a.C.) è considerato il padre della medicina moderna, tra i trattamenti che prescriveva c’era la pratica del digiuno.
Mangiare quando si è malati significa nutrire la propria malattia”- così scriveva Ippocrate.

Anche lo scrittore e storico greco Plutarco, antichi pensatori greci come Platone e il suo allievo Aristotele erano convinti seguaci di questo metodo. Esso è anche noto come “medicina interna”.

Il digiuno è la strategia più efficiente e coerente per abbassare i livelli di insulina. Tutti i tipi di cibo aumentano l’insulina, dunque il modo più efficace per ridurre l’insulina è quello di evitarli tutti.

Il digiuno a giorni alterni è stato studiato come tecnica per ridurre l’insulina.

Molti studiosi affermano che l’insulina è la causa principale sia dell’obesità che del diabete di tipo 2.
Quindi la chiave per invertire entrambe le condizioni non è “come ridurre le calorie, ma “come ridurre l’insulina”. Una dieta povera di carboidrati e zucchero sarà di sicuro sufficiente per alcuni, ma per altri no, la risposta è il digiuno.

Il Dr. George Cahill ha descritto le fasi del digiuno:

Nella fase 1 del digiuno la maggior parte del corpo utilizza il glucosio esogeno, cioè assunto con l’ultimo pasto.

Nelle fasi 2 e 3, il glicogeno (zucchero immagazzinato) fornisce gran parte del glucosio necessario, mentre la maggior parte dei tessuti usa ancora lo zucchero, ma il fegato, i muscoli e le cellule adipose hanno iniziato a bruciare i grassi.

Nelle fasi 4 e 5, le riserve di glicogeno sono esaurite.

La gluconeogenesi epatica e renale (fegato e reni) fornisce ora tutto il glucosio, ma solo il cervello, i globuli rossi e il midollo renale (la parte interna del rene) usano il glucosio. Tutte le altre cellule sono passate alla combustione dei grassi.

Nella fase 5, il cervello è passato a bruciare i grassi sotto forma di corpi chetonici. Solo una piccola quantità di glucosio è necessaria per i globuli rossi; ora la maggior parte del corpo è alimentata dal grasso, non dallo zucchero.

Quando non c’è glucosio, bruciamo i grassi. Questa è davvero una buona notizia, perché se c’è qualcosa che vogliamo davvero fare, è bruciare il grasso in eccesso. Il modo più naturale per bruciare davvero i grassi è il digiuno.