sabato 11 Gennaio, 2025
16.1 C
Napoli
spot_img

Articoli Recenti

Il Consiglio dei Ministri ha approvato all’unanimità la riforma del CSM

Il Consiglio dei Ministri ha approvato all’unanimità la riforma del Consiglio Superiore della Magistratura. Dopo un mattinata di fitte discussioni tra le forze politiche, la riforma proposta dalla Ministra della Giustizia Cartabia ha avuto il via libera.

Il Cdm è iniziato intorno all’ora di pranzo e non prevedeva, almeno inizialmente, la discussione sulla riorganizzazione della giustizia. I punti all’ordine del giorno della riunione erano, “misure urgenti per arrestare la diffusione della peste suina africana” e la “delega al Governo per il riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico”.

Le forze politiche avevano chiesto più tempo per rivedere in maniera approfondita le carte. Un intenso confronto tra i delegati dei partiti e la Ministra hanno poi condotto all’approvazione della riforma.

La riforma del Consiglio Superiore della Magistratura in dettaglio

Analizziamo nel dettaglio i cambiamenti apportati:

Per quel che riguarda l’elezione del Csm viene scelto un sistema elettorale misto, basato su collegi binominali, che eleggono cioè ciascuno due componenti del Csm, ma che prevede anche una distribuzione proporzionale di 5 seggi a livello nazionale. Le candidature sono individuali. I componenti del Csm tornano come in passato a 30: 20 togati e 10 laici. Nel sistema elettorale misto previsto trova spazio anche il sorteggio. Servirà ad assicurare che in ogni collegio binominale sia raggiunto il minimo previsto di 6 candidati e per riequilibrare le candidature del genere meno rappresentato.

Secondo poi alcune informazioni trapelate oggi la bozza della riforma prevede che i magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari che hanno svolto incarichi apicali nei ministeri o incarichi di governo non elettivi (capi di gabinetto, segretari generali presso i ministeri o ai capi dipartimento), al termine di queste esperienze per tre anni non potranno svolgere funzioni giurisdizionali. La loro destinazione sarà individuata dai rispettivi organi di autogoverno. La stessa disciplina si applicherà ai magistrati che si sono candidati in politica ma non sono stati eletti.

Nuove regole per le valutazioni di professionalità periodiche dei magistrati sono previste nella bozza. Valorizzazione della “tenuta dei provvedimenti giuridisdizionali” attraverso l’acquisizione a campione della documentazione necessaria per accertare l’esito dei procedimenti nelle successive fasi di giudizio: articolazione del giudizio positivo relativo alla capacità di organizzazione del lavoro: discreto, buono o ottimo; non solo positivo o negativo; previsione della rilevanza, ai fini della successiva valutazione di professionalità, di condotte di natura disciplinare accertate in via definitiva.

Per l’assegnazione incarichi direttivi da parte del Consiglio superiore della magistratura la bozza di riforma prevede la pubblicità degli atti (sul sito intranet del Csm, nel rispetto dei dati sensibili); definizione dei procedimenti, per l’assegnazione degli incarichi direttivi, in base all’ordine temporale di vacanza, salvo deroghe per gravi e giustificati motivi e ad eccezione dei posti di primo presidente e procuratore generale della Cassazione, di carattere prioritario. l’obiettivo dell’intervento è quello di impedire le nomine “a pacchetto”.

Il premier Draghi ha espresso tutto il suo supporto per il progetto di riqualificazione della giustizia italiana. “E’ stata una discussione ricchissima e anche molto condivisa, anche grazie alle interazioni della ministra Cartabia con le forze politiche” ha aggiunto il Presidente del Consiglio.

Anna Borriello
Anna Borriello
Scrivo per confrontarmi col mondo senza ipocrisie e per riflettere sul rapporto irriducibile che ci lega ad esso.