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Il cinque maggio: Napoleone morì sull’isola di Sant’Elena

Oggi, 5 maggio, ma del lontano 1821, fu scritta una delle opere poetiche più famose del panorama letterario e storico del nostro paese, “Il cinque maggio”. La poesia fu scritta da Alessandro Manzoni, in onore di Napoleone Bonaparte, che morì, esule, sull’isola di Sant’Elena.

Napoleone Bonaparte nacque ad Ajaccio, una città della Corsica, nel 1769, e il suo operato ha fatto sì che tutt’ora al ricordo del suo nome, si ricollega la sua grande attività politica. Napoleone, infatti, fu il fondatore del Primo Impero Francese, riuscendo a coinvolgere, nella sua impresa, gran parte dell’Europa. Proprio questo progetto, andato a buon fine, lo ha reso leggendario.

Non solo, ma è famoso per aver emesso il Codice Napoleonico, un codice civile che influenzò, successivamente, la legge, sia in Francia, che in altri paesi.

Dapprima comandante di esercito, poi console a vita, poi rivestì il ruolo di imperatore. A tal proposito, si dice che, durante la consueta cerimonia di incoronazione, avvenuta nella Cattedrale di Notre Dame di Parigi, Napoleone tolse dalle mani di papa Pio VII la corona, per porsela sul capo egli stesso, con le testuali parole: “Dio me l’ha data, guai a chi me la tocca!”.

Sono tanti gli eventi storici legati alla sua figura, come la Campagna di Italia, la Campagna d’Egitto, il Colpo di Stato, la Campagna di Russia, I Cento giorni di governo, tornato dall’esilio trascorso presso l’isola d’Elba, e la battaglia di Waterloo, nel 1815, che ne segnò la definitiva sconfitta e l’esilio finale all’isola di Sant’Elena.

La morte di Napoleone fu un evento cruciale, proprio per la grandezza e la magnificenza del suo operato, tanto che offrì la possibilità ad Alessandro Manzoni di comporre un’ode, a lui dedicata.

Celebre è l’inizio dell’ode:

Ei fu. Siccome immobile,
Dato il mortal sospiro,
Stette la spoglia immemore
Orba di tanto spiro,
Così percossa, attonita
La terra al nunzio sta.

“Chiunque venga a sapere della sua morte, rimane attonito, senza parole.”