Il caffè è la bevanda più conosciuta e utilizzata del mondo e fa parte della nostra cultura. Ci sono alcune curiosità da sapere sull'”oro nero”. È la bevanda più diffusa dopo l’acqua, infatti ogni giorno al mondo si consumano quasi 1 miliardo di tazze di caffè.
- Il paese dove si consuma più caffè è la Finlandia, con 12 kg l’anno per persona, invece in Portorico, si consumano circa 400 grammi per ogni persona. L’Italia è solo al dodicesimo posto della classifica, con 5,9 kg per ogni persona. La media di consumo mondiale è di 1,3 kg all’anno per persona.
- La caffeina può uccidere se si beve una quantità superiori alle 80 e le 100 tazze di caffè in un tempo ristretto di circa 4 ore.
- Il caffè non contiene solo caffeina, ma ci sono almeno 1000 di composti chimici. Alcuni di essi sono continua fonte di scoperta per la scienza e potrebbero essere usati in futuro per curare malattie cardiache e insonnia.
- Qual è l’ora migliore per berlo? Dalle 9:30 alle 11:30 del mattino è l’orario giusto, secondo le neuroscienze e la crono-farmacologia, un ramo della medicina che mette in relazione l’assunzione di farmaci o sostanze psicoattive con l’andamento del nostro naturale orologio biologico.
- Uno studio del 2008 dell’Università di Lund in Svezia ha dimostrato che bere caffè ridurrebbe il rischio di cancro al seno, almeno per le donne che hanno una variante relativamente comune del gene CYP1A2, che aiuta a metabolizzarlo con gli estrogeni. Invece negli uomini, che bevendo sei o più tazze al giorno hanno ridotto del 60% il rischio del cancro alla prostata.
- Il caffè ha il potere di essere un “antidepressivo”, perché secondo l’Harvard School of Public Health, le persone che consumano dalle 2 alle 4 tazzine al giorno hanno il 50% di possibilità in meno di togliersi la vita rispetto alle altre.
- Da dove viene il nome? Intorno all’anno 1000 alcuni commercianti arabi portarono dai loro viaggi in Africa dei chicchi di caffè da cui traevano una bevanda eccitante per ebollizione che chiamavano qahwa. Da qui alla parola turca kahve e all’italiano caffè il passo è stato breve.
- Il caffè si diffuse in Europa nel XVII secolo con il nome provvisorio di “vino d’Arabia”, per merito dei soliti mercanti veneziani, che vivevano ad Istanbul (capitale dell’Impero ottomano).
- La Chiesa lo definiva “bevanda del diavolo”, per le sue proprietà eccitanti, quindi per anni fu per anni una bevanda da taverna fino all’alba del ’700, quando i caffè divennero luoghi di ritrovo frequentati da filosofi illuministi.
- Non tutti lo prendono bevendo, infatti il Principe Carlo d’Inghilterra, appassionato di terapie mediche alternative, è un fervente sostenitore dei clisteri di caffè come cura anticancro.
- Al compositore Johann Sebastian Bach il caffè piaceva così tanto da dedicargli una cantata: il Kaffeekantate, eseguita a Lipsia, in Germania, tra il 1732 e il 1735.
- Perché quello che si beve in alcuni luoghi, come ad esempio a Napoli, è più forte? Dipende in parte dalla miscela. Questo perché le due principali specie di caffè, la robusta e l’arabica non hanno le stesse caratteristiche. La robusta può avere il doppio di caffeina dell’arabica, la quale è più pregiata, ma meno “forte”. E il secondo fattore dipende dalla tostatura del caffè, il processo di arrostimento.
- Quello decaffeinato… non lo è del tutto. Esiste un’unica variante di caffè decaffeinato naturalmente: la Coffea charrieriana, originaria del Camerun. Il resto viene decaffeinato in modo artificiale. Ma in realtà è impossibile eliminare del tutto la caffeina.
- Qual è il sistema migliore per farlo? Prima dell’invenzione della moka, nel nostro Paese la bevanda si preparava generalmente con caffettiere di tipo napoletano e nella più moderna moka. Il sistema migliore è prepararlo con la caffettiera napoletana, perché il filtraggio è più lento e l’aroma del caffè è meno alterato dal contatto con l’acqua surriscaldata.
- Il caffè con il latte resta caldo più al lungo del nero. Questo fenomeno ci viene spiegato dalle leggi della termodinamica, cioè la velocità di raffreddamento di un oggetto caldo è proporzionale alla temperatura circostante. Pertanto, maggiore è la differenza di temperatura, maggiore è la velocità di raffreddamento.