Il 29 maggio 2022 trema l’Emilia Romagna e con lei parte del Nord d’Italia.
È la seconda scossa, in termini di intensità, a colpire dopo solo nove giorni nella pianura emiliano romagnola.
Non un evento sismico di poca importanza, ma un violento terremoto che causò vittime ed ingenti danni al patrimonio economico e culturale dell’intera regione.
L’evento sismico riguardò un’area di grandi dimensioni e densamente popolata. Il ‘cratere’, la zona intorno agli epicentri, ha riguardato 58 comuni nelle province di Modena, Reggio Emilia, Bologna, Ferrara.
Nel complesso furono 19.000 le famiglie che lasciarono le proprie abitazioni, 16.000 le persone assistite dalla protezione civile, 14.000 le case danneggiate, si stimò che oltre 13 mila attività produttive furono gravemente danneggiate e 1.500 edifici pubblici e strutture socio sanitarie lesionate.
Ma l’Emilia non perse tempo e grazie anche alla macchina ben oleata del nostro paese della solidarietà alzò la testa, ciò nonostante il maggio 2012 resterà ben in presso nella memoria collettiva.
Alle ore 4.03 di domenica 20 maggio il primo sisma, di magnitudo pari a 5.9 gradi della scala Richter e con profondità di 6,3 km. Hanno fatto seguito, nella stessa giornata, ulteriori scosse di magnitudo elevata (2 di magnitudo superiore a 5, altre 12 di magnitudo superiore a 4 e ulteriori 32 superiori a magnitudo 3). Alle ore 9 di martedì 29 maggio un secondo terremoto di magnitudo pari a 5.8 gradi Richter e profondità 10 km, con epicentro localizzato più a ovest rispetto al precedente.
Se il maggio 2012 ha lasciato il segno nel cuore degli emiliani, quello del 2023 non sarà da meno.
Un paese che con assoluta dignità ha saputo riorganizzarsi e riprendere in mano la propria vita dopo quanto accaduto nel 2012 fa oggi i conti con una nuova tragedia.
In questi giorni l’incessante pioggia ha devastato la pianura emiliana, causando prima fi tutto e soprattutto perdite di vite umane.