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Il 26 Ottobre 1860 terminò la spedizione dei Mille

Il 26 Ottobre è un giorno da ricordare per il suo valore storico. Al 26 ottobre 1860 risale un evento storico molto importante, che segnó la fine della famosa “spedizione dei Mille“.

La “spedizione dei Mille” è stato un episodio importante del periodo Risorgimentale. Nella primavera del 1860, circa mille volontari, guidati da Giuseppe Garibaldi, partirono per la Sicilia. L’obbiettivo era quello di spodestare il governo borbonico.

La spedizione iniziò l’11 Maggio da Marsala come primo obbiettivo Napoli. Dopo una serie di battaglie, l’esercito dei Mille sconfisse quello borbonico, conquistando l’intero Regno delle due Sicilie.

Il giorno 26, Giuseppe Garibaldi incontra Vittorio Emanuele II di Savoia, ultimo re di Sardegna e primo Re d’Italia. L’incontro è avvenuto di mattina a Teano, comune diventato attualmente provincia di Caserta.

Durante l’incontro avvenuto con il re, Garibaldi ottenne l’inserimento di alcuni suoi volontari nell’esercito sardo.

L’INCONTRO

Si dice che l’incontro sia avvenuto in completa tranquillità e rispetto da entrambi le fazioni, tant’è che le due truppe marciarono fino ai confini di Teano insieme. Nonostante sia passata alla storia come “l’incontro di Teano“, la località dell’incontro è tutt’ora motivo di discussione. Infatti, molti critici storici, credono che l’incontro sia avvenuto a Vaiano, paesino nei pressi di Teano.

Garibaldi aspettò il re a cavallo. Una volta incontrato esordì dicendo : “Saluto il primo Re d’Italia“. Alzò la mano e gliela strinse.

L’incontro ufficializzó la completa adesione alla politica dei Savoia. Garibaldi, dopo aver sconfitto ripetutamente l’esercito borbonico, consegnò il Meridione al re.

È importante ricordare il contesto storico dell’avvenimento. In Italia, il regno delle due Sicilie era lo stato più esteso e più influente.

Tale incontro, che segna simbolicamente la fine di un evento storico importante, è stato rappresentato in varie opere d’arte. Tra quelli più famosi, spicca l’affresco di Pietro Aldi, risalente al 1886 e che ad oggi è conservato nel Palazzo Pubblico di Siena.