Con la risoluzione A/RES/68/163, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2013 ha dichiarato il 2 novembre la “Giornata internazionale per porre fine all’impunità per i crimini contro i giornalisti” al fine di sensibilizzare gli Stati membri a produrre misure adeguate e specifiche per contrastare l’attuale cultura dell’impunità. La data è stata scelta in memoria dell’assassinio di due giornalisti francesi in Mali, il 2 novembre del 2013.
Questa storica risoluzione condanna tutte le violenze perpetrate a danno dei giornalisti e rappresentanti dei media, ed esorta gli Stati membri a mettere in atto tutti i deterrenti possibili al fine di prevenire tali attacchi, garantendo che gli autori di questi crimini vengano assicurati alla giustizia.
Invita, tra l’altro, ad incentivare un ambiente sicuro che favorisca l’esercizio della professione di giornalista in modo indipendente e senza ingerenze esterne ed inappropriate.
Negli ultimi decenni, infatti, oltre mille giornalisti hanno perso la vita per aver provato ad indagare su determinati eventi e provveduto ad informare il pubblico. La gran parte viene assassinata in contesti diversi da quelli di guerra, e in 9 casi su 10 restano impuniti.
I numeri non tengono conto dei molti altri giornalisti che all’ordine del giorno subiscono aggressioni, torture, intimidazioni o molestie (inclusi gli specifici rischi per le giornaliste donne, spesso vittime di violenza sessuale).
A farne le spese è l’intera società, poiché l’accesso all’informazione, di qualsiasi natura, affidabile e qualitativamente valida, è la pietra miliare della democrazia e delle istituzioni sane ed efficaci.
Per tali motivi, durante la celebrazione della Giornata mondiale della libertà di stampa a Jakarta, in Indonesia (maggio 2017) è stata stilata anche la Dichiarazione di Jakarta: un testo fondamentale che ripercorre altre importanti sfide da affrontare e risolvere, come il contrasto delle fake news e della riproduzione di contenuti falsificati.
La Dichiarazione mette in risalto:
“L’importanza, per la vita democratica civica e politica, di un giornalismo di interesse pubblico di alta qualità, compreso il giornalismo investigativo, che rispetti gli standard professionali ed etici e goda della protezione della riservatezza delle fonti, e riconosce che tale giornalismo rappresenta un bene pubblico per tutti i membri della società”.
Nel 2019 la Commissione europea ha destinato oltre 2 milioni di euro in favore di progetti dell’ECPMF per la promozione del giornalismo di qualità e la cooperazione transfrontaliera tra professionisti dei mezzi d’informazione.