Il 18 marzo del 1944 l’Eruzione del Vesuvio viene ripresa dai soldati americani stanziati a Napoli, l’unica eruzione vesuviana documentata attraverso filmati. Un’eruzione che fece una strage e anche l’inglese George Rodger la fotografò al tempo e le sue fotografie fecero il giro del mondo.
Il 18 marzo del 1944 sul Vesuvio divamparono le fiamme e gli americani che erano lì documentarono il tutto, la narrazione vuole che stavano abbrustolendo il pane sul vulcano in fiamme. Gli aerei americani sorvolavano la cima del Vesuvio in fiiamme e i fotografi a bordo ripresero il tutto immrtalando il fumo e la cenere.
I B25, i potenti incursori a medio raggio carichi di bombe che scivolano verso Nord perché la guerra ai tedeschi è in pieno svolgimento aleggivano sul Vesuvio. Lo spettacolo della montagna in fiamme era impressionante. La narrazione del 18 marzo 1944 racconta che nel pomeriggio con una “gragnuola di pomici e di scorie” si scatenò l’incendio.
Di ora in ora le fiamme del Vesuvio aumentavano; il 22 marzo la nube eruttiva aveva già raggiunto l’altezza di cinque chilometri. Cercola, Massa di Somma, San Sebastiano furono investite in pieno dai flussi piroclastici. La terra tremò e la pioggia di cenere e lapilli cominciò a tingere il cielo, si soffocava e anche pompei era sotto una nube bianca e grigia.
Nell’aereoporto militare i velivoli sulla pista si coprirono di cenere, in strati così alti e penetranti che fecero esplodere il plexiglass. Più di 70 aerei B25 andarono perduti. Nelle immagini di Francis E. Hudlow, fotografo ufficiale del 57° Fighter Group. I scatti drammatici dei B25 Mitchell soffocati dalla cenere rovente si trovano negli archivi nazionali di Washington.
Gli operatori di Combat Film invece filmarono le drammatiche sequenze della lava che avanzava e delle vecchie case rurali che si sgretolavano travolte dal magma.