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Il 17 maggio moriva Sandro Botticelli

Il 17 maggio 1510 moriva il celebre artista fiorentino, Sandro Botticelli.

A partire più o meno dal 1487 un forte senso di inquietudine sconvolse la vita del celebre pittore, crescendo anno dopo anno, fino al termine della sua vita. A scatenare la crisi mistica contribuì la comparsa sulla scena fiorentina del frate predicatore Savonarola.

Per quale motivo l’artista era chiamato Botticelli ?

L’appellativo del pittore fiorentino, si presuppone derivi dall’ attività del fratello Giovanni, che esercitava una funzione pubblica al catasto con il nome ” vochato Botticello”. L’appellativo si estende a tutti i membri maschi della famiglia, ed ecco la spiegazione fornita dagli storici per quanto concerne il nome dell’artista fiorentino che ricordiamo si chiamava: Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi.

Sandro Botticelli fu uno dei pittori più rappresentativi dell’Italia, tra i più amati e celebri, ancora oggi al centro dell’attenzione di storici ed appassionati di arte.

L’artista studió alla bottega di Fra Filippo del Carmine (Filippo Lippi) dove ha modo di farsi apprezzare come un eccellente ritrattista; proprio in quel periodo, sarà influenzato dai grandi artisti fiorentini dell’epoca, da Lippi al Verrocchio ai fratelli Antonio e Piero del Pollaiolo.

17 maggio 1510: morte di un artista poliedrico e creativo 

Numerose sono le opere realizzate dal pittore fiorentino; tra le più note sicuramente La Primavera, esposta presso la Galleria degli Uffizi di Firenze.

Si tratta di un’opera molto celebre sia per il  soggetto allegorico che rappresenta, sia per il significato ancora non del tutto svelato.

Con assoluta originalità espressiva Botticelli, si distaccó dai temi tecnici della prospettiva in uso a quei tempi come a voler sottolineare e condividere la crisi degli ideali prospettici del primo Quattrocento che ebbe proprio il culmine in epoca savonaroliana, pochi anni dopo, e sviluppo successivo nel 1500, attraverso una maggiore libertà di inserimento delle figure nello spazio.

Il dipinto di Sandro Botticelli venne intitolato La Primavera dal Vasari, autore delle prime biografie degli artisti italiani del Rinascimento.
Gli studiosi considerano l’opera un’allegoria. Il dipinto rappresenta il regno di Venere secondo l’iconografia neoplatonica del filosofo Marsilio Ficino.

Quel 17 maggio del 1510 Sandro Botticelli, a sessantacinque anni, chiuse gli occhi per sempre, lasciando nelle mani dei posteri magnifici e suggestivi capolavori, tra i quali oltre a La Primavere,  anche La Nascita di Venere, La Madonna del Magnificat e Le Tentazioni di Cristo.

Le spoglie mortali del celebre artista riposano ancora oggi nella chiesa di Ognissanti a Firenze, assieme ai suoi familiari.

Botticelli, grazie alle meravigliose opere realizzate è notevolmente apprezzate non solo dagli italiani, ma da turisti e visitatori provenienti da tutto il mondo, ha lasciato un patrimonio artistico di inestimabile bellezza.

Le opere del Botticelli continuano a vivere e a nascondere enigmi, segreti. Di due anni fa è la scoperta del messaggio contenuto nella Nascita di Venere; il mantello, con la sua forma, i suoi dettagli e il suo colore rappresenterebbe il polmone destro umano, simbolo del respiro divino, che genera il ciclo della vita.