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Il 17/02/1673 moriva Molière, grande drammaturgo francese

Il 17 febbraio del 1673 moriva uno dei grandi autori del teatro classico francese del XVII secolo, Molière. Il grande autore parigino scrisse opere molto famose ancora oggi, ma a causa dei pregiudizi  dell’epoca sui “commedianti” il suo talento fu riconosciuto solo dopo la sua scomparsa. In quegli anni L’Accademia di Francia considerava questo tipo di attori di serie B e quindi lo riconobbe tra ” gli immortali ” solo post mortem.

Molièr morì, il 17 febbraio, mentre recitava ne ” Il malato immaginario“. Era affetto da tubercolosi e durante la messa in scena dell’opera manifestava già sintomi del peggioramento della malattia che lo avrebbe poi condotto alla morte. In scena, infatti, copriva la tosse, stando a quanto si narra, con una risata un pò forzata.

Alla sua fine si deve anche, presumibilmente, la superstizione di non indossare mai in scena abiti o accessori gialli, pare infatti che nell’ultimo spettacolo Molière indossasse proprio un ambito di questo colore.

Alla sua morte, per intercessione del Re presso l’Arcivescovo, venne aggirato il divieto di inumazione cattolica per gli attori e commedianti, in vigore all’epoca. Molière venne quindi sepolto nel cimitero di Saint-Eustache. La tomba di Molière, oggi, si trova nel noto cimitero parigino di Père-Lachaise, proprio accanto alla tomba di Jean de La Fontaine.

Chi era, però, Molière? Ripercorriamone insieme la vita.

All’anagrafe Jean-Baptiste Poquelin, nacque il 15 gennaio 1622 a Parigi. Cambierà il suo nome con lo pseudonimo Molière all’età di ventidue anni. Figlio di un artigiano e tappezziere perse la madre prematuramente all’età di soli dieci anni. Il padre si risposò nel 1633, ma dopo soli tre anni anche la seconda moglie perse la vita. La sua infanzia fu, quindi, ricca di esperienze traumatiche e lutti, ma questo spiega solo in parte il tormento e la mancanza dei ruoli materni all’interno delle sue rappresentazioni.

La posizione agiata, data dal lavoro di artigiano del padre, gli permise di frequentare scuole molto più prestigiose di quelle destinate ai figli degli altri commercianti, tra cui il Collège de Clermont,  considerato il migliore della capitale e frequentato da nobili e ricchi borghesi. Qui studia la filosofia, il latino e impara ad avere una perfetta padronanza della retorica. Ad avvicinarlo all’arte e alla drammaturgia fu però il nonno paterno, che sin dall’ infanzia lo portava all’Hotel de Bourgogne e al Pont Neuf, dove si poteva assistere alle rappresentazioni dei comici italiani e alle tragedie dei comédie.

Pur giurando come Tappezziere reale, come erede di suo padre, e diventando avvocato nel 1643 rinuncia alla carica di tappezziere reale e fonda la Illustre Théâtre, una compagnia teatrale composta da dieci attori.

La piccola compagnia fa il suo debutto a Parigi il 1º gennaio del 1644, prima di quella data si erano infatti esibiti in ogni genere di opera a Rouen dove si erano stabiliti in attesa che i lavori di ristrutturazione della Jeu de Paume des Métayers (“sala dei mezzadri”) di Parigi fossero terminati.

Il pubblico non apprezzò l’operato della compagnia e in poco tempo iniziarono ad accumularsi debiti. Molière venne per questo arrestato e nel 1645 la compagnia su si sciolse. Grazie all’interessamento del padre e di Madeleine venne liberato e lui e alcuni membri della compagnia abbandonarono la capitale francese. Dal 1645 al 1658 con i suoi compagni lavorò come attore ambulante con la compagnia di Charles Dufresne, rinomata e finanziata dal duca di Épernon, governatore della Guienna. Nel 1650, Molière ottenne la direzione della troupe che iniziò a fare le sue rappresentazioni a Pézenas, dove ogni anno si tenevano gli Stati della Linguadoca, e nel sud della Francia.

Con una compagnia ben affermata e un bagaglio di esperienze positive sulle spalle torna a Parigi nel 1658.

Con la rappresentazione de Il dottore amoroso conquista  re Luigi XIV che, alternandosi alla troupe degli Italiani, autorizza la compagnia ad occupare il teatro del Petit-Bourbon.

Quando gli italiani andarono via ebbero il teatro completamente a disposizione. Molière decide allora di mettere in scena delle tragedie, ma con scarso successo. A questo punto capì che la commedia era la sua strada. Il successo vero e proprio arriva con il Cornuto Immaginario.

 La sua poetica fu caratterizzata da uno stile di scrittura e recitazione meno legato alle convenzioni dell’epoca, e proteso verso una naturalezza realistica, che descrivesse al meglio le situazioni e la psicologia dei personaggi. Egli aspirava a un nuovo tipo di commedia, che ha poi portato alla nascita della commedia di costume moderna, ispirata agli accadimenti quotidiani, scritta in prosa e che obbedisca alla verosimiglianza. Molière può essere considerato a tutti gli effetti il precursore del rinnovamento teatrale che comincerà a esprimersi compiutamente un secolo dopo, con Carlo Goldoni, fino a raggiungere la piena maturità nel teatro di Anton Čechov.

Sul fronte privato nel 1662, sposò Armande Béjart da cui ebbe tre figli.