La vicenda romanzata e verosimigliante su una fetta della malavita campana si apre nelle pagine de I Milionari. Ascesa e declino dei signori di Secondigliano, romanzo scritto a quattro mani da Luigi Alberto Cannavale e Giacomo Gensini, da cui è stata tratta una pellicola ancora poco nota nell’Italia contemporanea del 2014.
La transmodalizzazione cinematografica nonostante faccia ottica focale sulle vicende di Marcello Cavani, alias Alendelòn, si interroga e mette in circolo l’ascesa criminale sorta tra la fine degli anni 80′ e 2000′ che muove tra l’Alleanza di Secondigliano e l’ éra criminale dei clan d’oro di Prestieri e Di Lauro.
La vicenda di Marcello ha numerosi punti di contatto con la storia umana e criminale di Maurizio Prestieri, posta tra la spinta alla realizzazione personale e familiare di tipo borghese e la macchina di sangue della camorra.
L’articolazione dei Milionari parte da un surrogato comune coinvolgente il sottoproletariato provinciale di fine anni 70′, che vive e cresce nelle palazzine, mera università della strada per questa rete sociale imbevuta della Nco di Raffaele Cutolo come mito pop e borghese.
All’interno quella tessitura vigente nel bildungroman di Moretti del Romanzo di Formazione, adattata al picaro, fatta come affermazione sociale attraverso un cursus formativo del male, che dal furto alla rapina approda a gestire il monopolio del traffico di stupefacenti e nel gioco degli appalti conseguito con pioggia di piombo e sangue.
Ad affiancare l’incubo criminale, vi è l’immago sfarzoso fatto di casinò, ricchezza ostentata attraverso Rolex, auto sportive e incontri con el Pibe de oro Maradona.
I protagonisti sono evocati dallo status di iperonimo assunto dai soprannomi, richiamanti al lettore, soprattutto campano l’immaginario di cronaca nera e pagine della storia del mezzogiorno e criminale delle ultime gradi faide ultimate negli anni 2000.
Insieme a documentazioni ricavate dalle inchieste giudiziarie, a fornire da fonti privilegiati sono anche le dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia, filtrate nel modus della fabula.
Il tutto genera un focus straordinario sul contesto criminale secondiglianese e periferico napoletano chiaroscuro, dove oro e piombo, sangue e ricchezza suscitato già dal titolo evocativo Milionari.