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I Manoscritti del diluvio: riparte il Teatro Mercadante

La stagione teatrale del Teatro Mercadante di Napoli si apre con uno spettacolo interessante e di spessore, I Manoscritti del diluvio, del regista Carlo Cerciello.

Una partenza importante per il Teatro napoletano, a firma del direttore Roberto Andò, regista di teatro, cinema, opera e scrittore palermitano.

I Manoscritti del diluvio del celebre autore canadese Michel Marc Bouchard, andranno in scena dal 14 fino al 31 ottobre.

Si tratta di una prima nazionale che invita tutti a riflettere con poetica e malinconica consapevolezza, catapultando in un’ambientazione particolarmente intensa e sicuramente d’impatto.

I Manoscritti del diluvio: un’opera di riflessione e attualità

Il direttore, alla guida del Teatro Mercadante dallo scorso gennaio, nella conferenza di presentazione (ovviamente svoltasi in remoto) della nuova stagione teatrale ha sottolineato l’importanza di ripartire con uno spettacolo che in qualche modo rappresenti la situazione attuale e soprattutto che faccia riflettere.

Naturalmente, inutile dire che non si tratta di un’opera incentrata sulla pandemia con la quale purtroppo l’Italia sta facendo i conti, ma, le situazioni caratteristiche della narrazione, le sensazioni, i comportamenti, ogni dettaglio, daranno vita ad uno scenario profondamente suggestivo, che metterà in luce la forza immane che il teatro può offrire e quella voglia di ripartenza con la quale, attori ed artisti in genere, convivono ogni giorno.

L’opera si sviluppa attraverso un linguaggio poetico e narrativo tipico delle opere di Bouchard, molto ricco, con consapevolezze talvolta disarmanti e attraverso i brandelli di eventi storici che fanno da specchio alla realtà e alla propria immagine, mutata nel tempo.

Un’opera in perfetto stile Bouchard

I protagonisti dell’opera, tutti anziani sopravvissuti ad una terribile alluvione che ha distrutto la biblioteca a cui era affidato il loro patrimonio di vita vissuta da tramandare alle generazioni successive, si muovono in uno spazio vuoto, scarno. 

L’intenzione e anche la sensazione, è quella di pensare ad un possibile futuro, scritto in tanti volumi che possano fungere da memoria per i giovani, inducendoli a riflettere sul passato.

Tutto ciò si basa su uno stressante e faticoso tentativo di riscrivere i testi a mano. Il lavoro di trascrizione diventa sempre più faticoso, a causa di una serie di problematiche sociali, culturali, e porta alla consapevolezza che forse tutto sia irrimediabilmente perso.

Lo spettacolo è interpretato da Walter Cerrotta, Michele Nani, Danilo Nigrelli, Franca Penone, Bruna Rossi, Maria Angeles Torres. 

Un testo fortemente attuale, dunque, che saprà emozionare e far riflettere i presenti. 

Ricordiamo infine, che il regista, Carlo Cerciello, ha dichiarato di pensare all’opera già da dieci anni, ha creato un magnifico allestimento che occupa tutta la platea, mentre gli spettatori sono distribuiti in completa sicurezza e in virtù alle norme relative all’emergenza sanitaria, lungo gli ordini dei palchi.