La guerra contro l’Ucraina ha generato in Russia la crescita del dissenso contro Vladimir Putin. Già dal primo giorno di conflitto numerose persone sono scese in strada per protestare contro l’attacco ad un paese che da molti è considerato amico. Secondo le ultime stime pubblicate più di 6000 i manifestanti sarebbero stati arrestati per essersi opposti pubblicamente alla guerra. Nelle ultime ore gli interventi contro i dissidenti stanno diventando più feroci ed indiscriminati.
Anche i bambini in piazza contro la guerra
Proprio ieri cinque bambini di età compresa tra i 7 e gli 11 anni sono stati condotti in cella a Mosca accompagnati dalle madri perché avevano mostrato cartelli contro il regime mentre deponevano mazzi di fiori davanti all’ambasciata ucraina.
Come conferma l’agenzia Novaya Gazeta, Sofia Gladkova, 7 anni; Lisa Gladkova, 11 anni; Gosha Petrov, 11 anni; Matviy Petrov, 9 anni; David Petrov; 7 anni, questi i nomi dei bambini, sono stati costretti a salire sul furgone delle forze dell’ordine per poi procedere all’identificazione presso la stazione di polizia di Presnenske. Sono stati rilasciati solo alcune ore dopo mentre alle mamme sono stati confiscati i telefoni cellulari.
Le fotografie dei bambini in cella sono state condivise su Facebook e Twitter da Ilya Yashin, membro dell’opposizione a Vladimir Putin. Le immagini mostrano i piccoli prima seduti in un van della polizia poi in ufficio. La loro colpa sarebbe quella di aver manifestato pubblicamente solidarietà al “nemico”. I bimbi imbracciavano cartelli con scritto “Stop alla guerra” e “Russia + Ucraina = amore”.
Yashin ha aggiunto alle foto un lunga descrizione.
“Nulla di strano in queste foto” – inizia così il post – . “Sono solo bambini fermati per un poster contro la guerra. Questa è la Russia di Putin, ragazzi. Sono sicuro che la propaganda del Cremlino ora scatenerà una guerra: ‘Non coinvolgere i bambini in politica! La colpa è loro! A cosa pensavano i genitori?’ Non so come questi ragazzi siano finiti alla manifestazione. Forse sono venuti da soli, magari con i genitori. Ma in effetti, a molte generazioni nel nostro paese è stato insegnato a scuola che non c’è niente di peggiore della guerra, e il valore più importante è la pace. Ricordo benissimo come nella mia scuola nativa Tushin N172 disegnavamo cartelli contro la guerra per poi appenderli Che dei bambini siano contro la guerra è dannatamente normale”.