Menu

domenica 30 Marzo, 2025
10.9 C
Napoli
spot_img

Articoli Recenti

Grigio pompeiano. Un nuovo colore

Grigio pompeiano. Un nuovo colore. Se si parla di colori, uno dei più conosciuti anche a chi non è appassionato di arte è certamente il rosso pompeiano. Un’ocra rossa di origine inorganica naturale, composto in gran parte da ossido di ferro, che balza immediatamente all’occhio dei visitatori degli ambienti domestici affrescati dell’antica Pompei. Ma che viene usato un po’ ovunque, dall’edilizia agli arredamenti interni, dai complementi di arredo alla moda.

Rosso pompeiano

In verità secondo uno studio del CNR risalente al 2011 questo celebre colore in origine era molto spesso un giallo ocra, divenuto rosso a causa del calore intenso sprigionato dai gas durante l’eruzione del Vesuvio.

In tutta Pompei le pareti affrescate che attualmente appaiono rosse sono ben 246, mentre le gialle appena 57. Secondo lo studio invece  in origine dovevano essere rispettivamente 165 e 138 , con un rapporto più bilanciato.  La trasformazione dell’ocra gialla in ocra rossa avviene  solo per effetto dell’alta  temperatura, secondo un processo descritto già da Vitruvio e Plinio

Comunque il rosso pompeiano, per quanto meno diffuso di quanto si pensasse prima, era realmente uno dei colori tipici della pittura romana. Derivava da una miscela di minio (rosso arancio) e cinabro ( rosso scuro)

Gli artisti romani per la decorazione interna usavano principalmente tre tecniche: a fresco, ad encausto e a tempera . Peraltro secondo gli studiosi quelli pompeiani  non sono definibili propriamente affreschi.La tecnica più usata era infatti quella a tempera, seppur applicata sull’intonaco fresco. Plinio distingueva i colores floridi (trasparenti ) dai colores austeri (coprenti)

I più usati erano il blu egizio (il più antico,risalente al III millennio a.C.) il bianco e il rosso piombo. Gli artisti pompeiani erano maestri nel miscelare i pigmenti,sia naturali che sintetici. Grazie a ciò riuscivano a creare una grande varietà di tinte e  un’infinita gamma di sfumature.

Grigio pompeiano

Grigio pompeiano. Un nuovo colore. Ma è recentemente emersa una novità assoluta nell’ambito della tavolozza pompeiana e romana fin qui conosciuta. Presso la cosiddetta “Casa del Tiaso“ a Pompei un team di ricercatori italiani ha identificato per la prima volta un nuovo colore che amplia la già ricca tavolozza degli artisti romani.

Cento anni dopo la scoperta della famosissima villa dei Misteri,in una grande sala per banchetti, venuta alla luce con gli scavi effettuati nell’area centrale della città sepolta , è emersa  una “megalografia”, ossia un ciclo di affreschi a grandi figure, che gira intorno a tre lati dell’ambiente. Anche questo ciclo appartenente al cosiddetto II stile.

In questo fregio, come quello della villa dei Misteri, sono rappresentati riti iniziatici dionisiaci con la presenza di baccanti danzatrici, di satiri , ma stavolta anche di animali vivi e morti. Un cervo, un cinghiale appena sacrificato, galli, uccelli, pesci e molluschi.

La domus è stata denominata del Tiaso in riferimento a un’associazione religiosa che nell’Antica Grecia celebrava il culto di Dioniso.

Il “Grigio Pompeiano“, così battezzato dagli studiosi, caratterizzante questo fregio, rappresenta la prima evidenza dell’utilizzo del solfato di bario nel bacino del Mediterraneo.

Gli studiosi hanno individuato, in questo ciclo di pitture murali questa particolare tonalità di grigio composta  di barite e alunite, miscela finora sconosciuta nel mondo antico.

La ricerca è stata pubblicata sul  Journal of Archaeological Science, risultato della collaborazione tra il Parco Archeologico di Pompei e le Università del Sannio e Federico II di Napoli.

Pompei è una sorpresa continua.Quando nel 1786 Goethe visitò gli scavi, affermò che l’antica città era l’unica sciagura divenuta una gioia per i posteri. E gli scavi erano appena all’inizio. Cosa avrebbe detto oggi?

Dario Nicolella
Dario Nicolella
Medico oncologo e dermatologo, con la passione per la scrittura, l'arte e la poesia. Autore di saggi su tematiche toponomastiche ( in particolare località campane) mitologiche (sirene, luna) e storico-artistiche (cupole,colline e chiostri napoletani) nonchè di numerose sillogi poetiche. Vincitore di premi letterari.