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Gli antichi mestieri partenopei

Oggigiorno a Napoli persistono ancora antichi mestieri. Quante volte abbiamo sentito dire ad alta voce: Antonio ‘O Chianchiere, Ciro ‘O Putecaro, senza sapere in realtà cosa fossero? Molte delle etimologie si sono conservate nel lessico di oggi senza avere più legami con i significati originali. Vediamo insieme alcuni di questi lavori.

O’ Chianchiere si riferisce all’attuale lavoro di macellaio. La persona vendeva carne dietro un bancone, a’ chianchia. Tutte le carni fresche, destinate alla vendita, venivano esposte appese ad una parete.

O’ Pisciavinnoli erano pescatori e i pescivendoli ambulanti i quali vendevano per le strade di Napoli il pesce fresco esposto sui banchi.

L’Acquaiuolo era una persona addetta alla vendita dell’acqua. La vendita si svolgeva con un carretto spostato tra i quartieri ed era tipico per gli abitanti acquistare l’acqua abbassando il paniere dal balcone. Altri invece possedevano dei veri chioschi decorati con limoni.

O’ Saponaro si riferisce ai monaci oliveti che nel 1400 producevano saponi nelle zone di Monteoliveto. I saponi venivano impiegati per la lavatura dei panni, del corpo e dei capelli.

O’ Schiattammuorto era il becchino, una figura molto rispettata ma al tempo stesso temuta a causa di varie superstizioni legate all’ambito della morte.

O’ Putecaro, derivante dal termine bottega, era colui che vendeva salumi e vari generi di prodotti gastronomici, il tipico negozietto d’alimentari di fiducia.

Vittorio Dezio
Vittorio Dezio
Laureato in laurea triennale in lingue inglese e giapponese. Attualmente studente di laurea specialistica in Storia e civiltà giapponese. Sono un folle amante della letteratura e dei libri. Amo le lingue, in particolare quella del Giappone.