Glenn D. Wilson è uno degli psicologi più famosi della Gran Bretagna. In Psychology for Performing Artists, Wilson affronterà il teatro e le sue funzioni terapeutiche.
Il teatro rappresenta un insieme di diverse discipline, che si uniscono e concretizzano l’esecuzione di un evento spettacolare dal vivo.
Ma è possibile trarre benefici dal teatro? Eccitazione, esperienza indiretta, educazione o tutte queste cose? Il nostro divertimento dipende dalla capacità del drammaturgo di mettere in scena i problemi in un modo che si collega ai nostri? Cosa ci dicono sulla natura i temi archetipici che emergono attraverso un grande dramma? Possiamo essere danneggiati dal teatro? In caso affermativo, a quali condizioni?
Glenn D. Wilson: Psychology for Performing Artists
La modernità ha molto da offrire agli artisti che si esibiscono in termini di comprensione di se stessi e ottimizzazione della loro arte: può spiegare le origini istintuali dell’impulso ad esibirsi, esaminare la relazione a due vie tra performer e pubblico, descrivere il modo in cui le emozioni vengono trasmesse tramite processi non verbali, testare le teorie sulla natura della musica e dell’umorismo e la loro influenza sulle nostre emozioni e offrire suggerimenti su come gestire le particolari sollecitazioni a cui sono sottoposti gli artisti.
Questo libro fornisce un’analisi unica e aggiornata di ciò che la psicologia deve fare per attori, musicisti, cantanti e ballerini. Basandosi su numerosi esempi pratici delle arti e della ricerca scientifica e clinica, rappresenta una risorsa inestimabile per studenti, artisti professionisti e dilettanti.
Gli ultimi saranno: il teatro e il lavoro nei carceri
Esistono diversi laboratori teatrali organizzati nelle carceri, uno dei quali è “Gli ultimi saranno”. Gli incontri di “Gli ultimi saranno”, nascono dall’esperienza del Delirio Creativo.
“Il rito diventa una pratica spirituale per l’animo, con cui sperimentare un profondo senso di libertà, uno spazio neutro dove muoversi in totale serenità e senza più le costrizioni del nostro quotidiano. Gli incontri sono arricchiti dalle contaminazioni dei tanti artisti e avventori che assistono e partecipano al Rito”, si legge sul sito ufficiale dello spettacolo.
“Per quanto mi riguarda, in carcere io mi sento libera di essere quella che sono… È strana come cosa, ma se qualcuno mi chiedesse come ci si sente in carcere?! Io direi, mi sento libera” afferma Federica Palo, attrice e cofondatrice de’ “Gli ultimi saranno”; “Una delle cose più belle che mi è stato detto da un partecipante del carcere è che in quell’ora e mezza si sente al di fuori delle mura del carcere, pensa ad altro”. Prosegue Federica Palo.
In conclusione il teatro e l’arte ci può aiutare, possono aiutare ad essere noi stessi e a sentirsi liberi, oltre ad altre funzioni terapeutiche.