Si era recato in ospedale in preda a dolori fortissimi allo stomaco, dopo la visita dei medici però era stato mandato a casa. Giuseppe Mura, 55enne residente a Roma, è stato stroncato da un infarto poche ore dopo. Gli era stato consigliato di continuare la cura per quella che era stata diagnostica essere una gastrite.
La tragedia si è consumata il 26 novembre 2019, ma per il pm Vincenzo Barba l’attacco cardiaco che ha ucciso Giuseppe poteva essere curato se diagnosticato tempestivamente. Il medico che quella sera ha visitato il 55enne all’ospedale Cristo Re è stato rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio colposo.
Morte Giuseppe Mura, la visita durata pochi minuti
La Procura della Repubblica nel corso delle indagini ha ordinato la confisca della cartella clinica dove l’infarto era stato scambiato per una gastrite. La visita poi era durata pochi minuti dopo una lunga attesa prima di essere preso in carico. Mura era entrato nel pronto soccorso alle 22:50 e dismetto alle 23:47 del 25 novembre 2019, con la prescrizione di un farmaco inibitore della pompa protonica, il Pantorc, oltre che lo sciroppo Peridon e Gaviscon.
Una morte evitabile
Una volta lasciato l’ospedale Giuseppe Mura è deceduto all’alba del 26 novembre 2019. Per la sua morte sono stati incriminati il medico che lo ha visitato oltre ad una dottoressa che non ha rilevato delle anomalie nell’elettrocardiogramma. Sempre secondo l’accusa le condizioni del paziente e soprattutto il persistere di sintomi preoccupanti avrebbero dovuto portare al ricovero dell’uomo. Un morte evitabile, dovuta alla rottura di una placca coronarica, avvenuta poco prima della corsa in ospedale.