Giuseppe Moscati non era un uomo di religione, pur avendo fede, infatti, fu un vero e proprio uomo di scienza che decise di mettere la sua competenza al servizio dei più bisognosi, guadagnandosi di fatto la santità ancor prima della canonizzazione da parte della chiesa.
Un medico che con le sue scelte ha reso Napoli un punto di riferimento peri tanti fedeli che si recano presso la Chiesa del Gesù Nuovo in cerca di una grazia o anche solo di un consiglio.
Non originario del capoluogo partenopeo, Moscati, nacqu a Benevento il 25 luglio 1880, era il settimo di nove figli, da Rosa De Luca, discendente dalla nobile famiglia dei Marchesi di Roseto, e Francesco Moscati, Presidente del Tribunale di Benevento. La famiglia si trasferì a Napoli nel 1884 quando il padre magistrato venne investito delle funzioni di presidente della Corte d’Assise della città.
Ripercorriamo insieme i tratti salienti della sua storia.
A segnare la giovane vita di Giuseppe la prematura dipartita del padre, stroncato da un infarto quando egli aveva solo 17 anni.
Era uno studente modello e in tanti in famiglia, orgogliosi dei suoi risultati scolastici, lo vedevano ripercorrere la carriera paterna a partire dagli studi di giurisprudenza.
Moscati aveva però altre aspirazioni e andando contro tutti, lo stesso padre si disse contario, si iscrisse a medicina.
La morte del padre fu solo la prima di una serie di eventi nefasti che segnarono inevitabilmente la vita di un giovane uomo, infatti nel 1904 morì il fratello Alberto a cui era molto legato. Mancavano solo pochi mesi alla laurea in medicina e l’evento luttuoso lo convinse ancor più della scelta fatta.
Si laureò a pieni voti e dopo poco tentò sia il concorso per assistente ordinario che per coadiutore straordinario agli Ospedali Riuniti degli Incurabili:in entrambi i casi superò la prova. Una sua giornata tipica si può descrivere in questo modo: alzarsi presto tutte le mattine per recarsi a visitare gratuitamente gli indigenti dei quartieri spagnoli di Napoli, poi presa di e servizio in ospedale per il lavoro quotidiano e nel pomeriggio visita ai malati nel suo studio privato in via Cisterna dell’Olio al numero 10.
Nonostante si dedicasse senza sosta agli ammalati, Giuseppe Moscati, continuò a dedicarsi allo studio e la ricerca medica che riuscì a perseguire in un perfetto equilibrio tra scienza e fede cattolica.
Uno degli episodi che meglio caratterizza la sua personalità risale all’ aprile del 1906 quando il Vesuvio iniziò ad eruttare ceneri e lapilli sulla città di Torre del Greco; un piccolo ospedaletto, succursale degli Incurabili è in pericolo e Moscati si reca di corsa sul posto per dare il suo aiuto alla messa in salvo degli ammalati, prima che la struttura crolli.
Nel 1911 durante l’epidemia di colera a Napoli Moscati viene chiamato a svolgere ricerche. Presenta una relazione all’Ispettorato della Sanità Pubblica sulle opere necessarie per il risanamento della città, opere che verranno portate a compimento solo in parte.
Nello stesso anno riceve la libera docenza in Chimica Fisiologica su proposta del professor Antonio Cardarelli, il quale ha sempre nutrito grande stima per la preparazione del giovane medico.
Dopo la morte della madre nel 1914, decide di arruolarsicome volontario durante il primo conflitto mondiale, ma la sua domanda venne respinta in quanto si ritenne che il suo lavoro fosse essenziale a Napoli.
La dedizione al lavoro di medico lo porta nel 1917 a rinunciare alla a cattdra universitaria.
Sono numerose le sue ricerche che trovano pubblicazione su riviste sia italiane che internazionali; importanti sono le pionieristiche ricerche sulle reazioni chimiche del glicogeno.
Morì giovanissimo, a soli 46 anni, in seguito ad un malore che lo colpì mentre era a casa sua e la notizia della sua morte si diffuse molto rapidamentecosì: “è morto il medico santo“.
Venne sepolto dapprima nel Cimitero di Poggioreale, ma il 16 novembre 1930 il corpo vinne poi traslato presso la Chiesa del Gesù Nuovo, dove tutt’ora riposa.
Giuseppe Moscati è stato proclamato Beato da papa Paolo VI il 16 novembre 1975, e Santo il 25 ottobre 1987 da Giovanni Paolo II. La sua festa liturgica ricorre il 16 novembre.