Giuseppe Moscati nasce nel 1836 a Santa Lucia di Serino in provincia di Avellino. Si trasferì poi con la famiglia a Benevento e alloggiò per un periodo nelle vicinanze dell’ospedale Fatebenefratelli e si trasferì in un secondo momento in via Porta Aurea.
L’8 dicembre del 1888 “Peppino“ (come veniva chiamato) ricevette la prima comunione nella chiesa delle Ancelle del Sacro Cuore, accanto alla quale viveva Caterina Volpicelli, poi santa, alla quale la famiglia era spiritualmente legata.
Si iscrisse al ginnasio, mostrando sin da ragazzo interesse per lo studio e conseguì la “licenza liceale d’onore“.
La sua passione per la medicina si è ipotizzato che nacque a seguito dell’infortunio del fratello, caduto da cavallo e in questo periodo di convalescenza Moscati l’assistette. Infatti, dopo gli studi liceali, si iscrisse alla Facoltà di Medicina, dove si laureò a pieni voti con una tesi sull’ureogenesi epatica considerata degna di stampa.
Nel 1906 mentre il Vesuvio incominciò a eruttare ceneri e lapilli su Torre del Greco mettendo in pericolo un piccolo ospedaletto, Moscati si recò sul posto, contribuendo a salvare gli ammalati, ai quali ordinò l’evacuazione. Ha aiutato anche nel periodo in cui Napoli è stata affetta dall’epidemia di colera, insomma il suo contributo è sempre stato decisivo.
Il 12 aprile 1927 si spense a causa di un infarto. Aveva 46 anni. La notizia della sua morte si diffuse rapidamente e alle esequie vi fu una notevole partecipazione popolare. Il 16 novembre 1930 i suoi resti furono traslati dal cimitero di Poggioreale alla Chiesa del Gesù Nuovo. Per questo motivo, in questo giorno fu posta la sua memoria liturgica.
Il 16 novembre 1975 il pontefice Paolo VI lo proclamò beato e il 25 ottobre 1987 santo da Giovanni Paolo II. Miracolosa fu la guarigione di Giuseppe Montefusco, che era malato di leucemia. L’uomo non rispondeva alle terapie ed era considerato senza speranze di guarigione. Sua madre sognò una notte la foto di un medico in camice bianco.
Dopo essersi consultata con il parroco si recò alla Chiesa del Gesù Nuovo, dove riconobbe nella foto di Giuseppe Moscati, il medico visto nel sogno. Furono rivolte allora all’uomo preghiere collettive e il Montefusco guarì. Il caso fu sottoposto alla Congregazione per le Cause dei Santi che promulgò il decreto sul miracolo.