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Giulio Cesare Cortese – poeta napoletano

Giulio Cesare Cortese è un famoso poeta napoletano.

La vita

Giulio Cesare Cortese si laureò in diritto a Napoli, e fu, probabilmente, compagno di studi  del grande scrittore di epoca barocca italiana Giambattista Basile. Tra il 1597 e il 1599 soggiornò a presso la corte di Ferdinando I a Firenze. Lì fu annoverato tra gli accademici dell’Accademia della Crusca.

Dopo un breve periodo in Spagna, decise di ritornare in Italia; dove, fu nominato assessore a Trani, e poi, luogotenente di Lagonegro. Cortese fu, inoltre, membro dell’Accademia degli Incauti e frequentò assiduamente l’Accademia dei Sileni.

Giulio Cesare Cortese – poeta napoletano

Le opere

Cortese è un personaggio molto importante per la letteratura napoletana. Il suo lavoro fu di fondamentale importanza, in quanto contribuì a donare dignità letteraria alla lingua napoletana. Tra i suoi scritti più famosi, si annoverano: La Vaisseide (1612), un poema eroicomico; Micco Passaro ‘nnamorato (1619), un poema eroico; Li travagliuse ammure de Ciullo e Perna, un romanzo in prosa; La rosa, una favola; e il Viaggio in Parnaso (1621), un poema che descrive un viaggio nel mondo dei poeti.

Giulio Cesare Cortese – poeta napoletano

La Vaisseide 

La Vaisseide rientra nel genere letterario dei poemi eroicomici, ovvero quei poemi che ribaltavano le tecniche adoperate nella poesia epica, con lo scopo di risultare esilaranti. La Vaisseide è scritto in lingua napoletana ed è composto da cinque canti. Il tema principale del racconto sono le avventure sentimentali di un gruppo di domestiche napoletane, definite – in dialetto napoletane – le “vaiasse”. Al centro della scena vengono posti ceti sociali “bassi” che sono al centro dell’azione. La Vaisseide è un racconto comico ma anche provocatorio, dove si incontrano ironia e tragicità.

Il Viaggio in Parnaso

Il Viaggio in Parnaso è un’opera quasi autobiografica, dedicata al poeta e al mondo della letteratura. L’opera è composta in lingua napoletana.

Il racconto è ambientato in Grecia, precisamente sul Parnaso, la montagna che domina la città di Delfi. Questo luogo era molto venerato durante l’antichità, in quanto era una montagna consacrata al culto del dio Apollo e alle sue nove Muse.

Cortese ambientò la sua storia in questo luogo sacro, mettendo  una società degradata, dove all’ordine del giorno, vengono compiuti reati che denigrano la poesia, come i furti letterari. Il tono di voce è pessimista e malinconico, così come il finale, che vede il poeta negarsi le proprie ambizioni.