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Giacinto Gigante: una sintesi poetica di forme, colore e luce

L’11 luglio 1806 nasceva Giacinto Gigante (Napoli, 11 luglio 1806 – Napoli, 29 settembre 1876), pittore conosciuto in particolare per i paesaggi e le vedute.

Gigante, al pari del maestro Anton Sminck van Pitloo, è uno dei massimi esponenti della scuola di Posillipo. Egli dopo gli esordi come disegnatore cartografico, si avvicinò allo stile della pittura del maestro olandese van Pitloo. Seguendo la strada tracciata dal maestro, infatti, egli contribuì a rinnovare la tradizione della pittura di paesaggio.

I quadri di Gigante non rappresentano mai ampi spazi visivi, bensì abbracciano sempre prospettive ristrette a piccoli spazi, descritte con taglio quasi fotografico. Nei suoi quadri, inoltre, traspare una grande intimità, in quanto l’artista sceglie di raffigurare paesaggi con persone impegnate nella loro vita quotidiana, apparendo i personaggi quasi banali. Ma è proprio grazie alla spontaneità dei personaggi che Gigante riesce a porre eguale attenzione all’affettuosa quotidianità del soggetto e al fresco naturalismo della rappresentazione, attraverso la rappresentazione di una realtà calma, contemplativa e a tratti malinconica.

Tra i suoi soggetti preferiti, in particolare, vi è l’assolata campagna flegrea, la lussureggiante costiera sorrentina e le isole di Capri, Ischia e Procida, con i loro incanti cromatici.

Gigante recepì importanti stimoli anche dalla pittura dell’inglese William Turner, dal quale prese spunto per le modalità d’utilizzo dell’acquarello, come è possibile vedere nelle tele Porto Salvo e nella verdeggiante natura del Paesaggio sorrentino, ma anche nella Tempesta sul golfo di Amalfi, dove un unico raggio di sole riesce a squarciare le nubi e a illuminare uno spicchio di mare della costiera Amalfitana, restituendo un’impressione di piacevole dolcezza, nonostante il mare sia in burrasca.

Particolarmente innovativo è anche il Tramonto a Caserta, dove la tecnica pittorica di Gigante apre la strada alla futura arte impressionista, orientata verso rappresentazioni di puro colore.

Pasquale Villari affermò: “Gigante è un acquerellista di cui non si troverebbe in Italia un altro di egual merito”.

Di lui si disse anche: “La sua è una sintesi poetica di forme, colore, luce e rapporti spaziali evocatrice del ritmo della visione in una lettura sentimentale del paesaggio che ne amplifica la suggestione”.

Giacinto Gigante morì a Napoli il 29 novembre 1876.