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Germania, AKK rinuncia alle elezioni e al Cdu

Annegret Kramp-Karrenbauer, la prescelta come erede di Angela Merkel, annuncia la sua rinuncia per la candidatura alle elezioni 2021 e alla guida del partito Cdu.

La decisione già trapelata lunedì mattina, dopo una riunione a porte chiuse con i vertici del partito:”Non mi candiderò per la cancelleria.

AKK, ministro della Difesa ha poi dichiarato, in una frecciatina non troppo velata alla cancelliera: “Per me presidenza e candidatura devono rimanere in capo a una sola persona.

La Merkel ha espresso il suo rammarico per la decisione presa da Akk e ha poi puntualizzato: “Continueremo a collaborare“, soprattutto  in occasione del congresso che deciderà il suo erede.

Secondo la Kramp-Karrenbauer, la sua decisione non apporterà conseguenze alla  Grande coalizione e al governo, ribadendo però il suo veto contro l’Afd: “Stamane abbiamo deciso nella riunione dei vertici del partito che non ci può essere nessun avvicinamento e nessuna collaborazione con l’Afd e la Linke.”

Facendo riferimento in particolare con l’ultra-destra: “perché l’Afd è tutto il contrario di quello che siamo noi.

Come reso noto dal portavoce del governo, Steffen Seibert, l’ex governatrice della Saar rimarrà comunque  ministro della Difesa, per  volontà della cancelliera.

Ma, proprio durante un incontro con i vice della Cdu, la AKK ha evinto di non aver più il sostegno dei big, dopo l’ennesima vicenda che la vede di scarsa autorità.

Infatti, l’ex governatrice avrebbe  sottovalutato quello che è il ‘nodo Turingia‘, dove i partiti tradizionali, ovvero Cdu, Spd, Gruene e Afd, hanno perso alle elezioni di ottobre scorso la maggioranza assoluta a favore dell’Afd e della Linke.

Il leader regionale Mike Mohring, infatti, ha iniziato ad interessarsi, sin dall’inizio dell’autunno, all’Afd, che in Turingia è  guidata dal capo dell’ala estremista ‘Fluegel’, Bjoern Hoecke, lo stesso che aveva definito “una vergogna” il monumento all’Olocausto e che secondo il tribunale di Meiningen può essere definito come un fascista.