Fugaku, il computer più potente e veloce al mondo prende il nome dall’importante vulcano giapponese (Monte Fuji). Secondo quanto riportato dal New York Times, dopo sei anni di duro lavoro e importanti investimenti che si aggirano intorno alla cifra di un miliardo di dollari il supercomputer starebbe finalmente elaborando dati in quantità mai viste prima, facendo anche da supporto per la ricerca contro l’emergenza Coronavirus.
Ad accogliere positivamente la notizia anche il RIKEN: Center for Computational Science, dove il computer giapponese sarebbe operativo. Non si compete per partecipare ma per vincere, questo il motto dell’azienda produttrice. L’avanzatissimo computer risulta essere il primo nella classifica dei cinquecento più veloci. Si tratta, di un concorso giunto ormai alla 55esima edizione e che ogni anno premia la tecnologia migliore. La lista viene stilata da ricercatori tedeschi e statunitensi. Nella lista, quasi la metà dei bestioni tech proviene dalla Cina, seguito subito dopo da Washingto con 114.
Dopo Giappone, Stati Uniti e Cina, il sesto computer più potente al mondo è italiano. Il suo nome è HPC5, installato da ENI. Altra tecnologia italiana, tra le dieci più importanti è il Marconi-100. Ideato a Bologna e posizionato alla nona posizione nella classifica mondiale. Poco dopo l’annuncio del passaggio di Apple all’hardwere SoC, basato sull’architettura ARM per i computer della linea Mac, giunge la notizia che il nuovo supercomputer Fugaku, basato anch’esso sulla stessa architettura, ponendosi in cima alla classifica dei calcolatori più potenti al mondo.
La suddetta macchina utilizzata per specifiche attività potrebbe raggiungere un picco di oltre un exaflop. Molto probabilmente la prossima generazione di Xbox in arrivo offrirà 12 teraflop in potenza di elaborazione. All’interno di un normale computer potremmo infatti trovare un singolo processore dual-core o quad-core, Fugaku invece, utilizza un chip 48-core di Fujitsu e ne confeziona 158.976.
Il computer sarà pienamente operativo a partire dal prossimo anno, ma la sua potenza di elaborazione è già sfruttata mentre è in funzione presso RIKEN a Kobe, in Giappone.