È stata una notte di tensione quella tra il 20 e il 21 marzo a Frattamaggiore, nel Napoletano. Molti locali di ristorazione e pizzerie sono stati colpiti da proiettili nel corso della notte. Per i titolari, gli spari sono un atto intimidatorio della criminalità organizzata.
Spari contro le pizzerie: la risposta di Luca Piscopo, uno dei titolari
Dopo l’atto intimidatorio, sulla scena sono immediatamente accorse le forze dell’ordine per indagare su quanto accaduto ed effettuare rilievi balistici. I pizzaioli sono convinti si tratti di un gesto intimidatorio della camorra. Luca Piscopo, titolare di una delle attività colpite, scrive sui social: “Atti intimidatori. Ma diciamo no alla camorra e alla paura“.
Aggiunge poi: “In merito al vile atto intimidatorio di cui siamo stati oggetto stanotte. Diciamo: No Alla Camorra. No ai soprusi. No alla paura. Si alla libertà di impresa. Si alla convivialità. Si alla vita. Luca Piscopo ed il suo staff vi aspetta stasera e nei prossimi giorni come oramai fa da oltre 16 anni e come farà nei prossimi anni a venire. Viva la pizza!“
Il senatore Sandro Ruotolo, del gruppo misto, ha commentato: “Nella notte la camorra ha sparato contro le pizzerie di Frattamaggiore, nell’area Nord di Napoli. E questa è la risposta di Luca. Bellissima. Assieme al comitato di liberazione dalla camorra andremo a mangiare questa pizza. Una pizza che profuma di libertà. La più buona pizza d’Italia. Andateci, andiamo. A Luca e agli altri titolari delle pizzerie di Frattamaggiore prese di mira dalla camorra facciamo sentire la nostra vicinanza. Non lasciamoli soli. La camorra è una montagna di m***a“.
Anche il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli ha rilasciato una dichiarazione: “La criminalità è più violenta e selvaggia che mai. Ogni giorno che passa le cose peggiorano. In particolare vengono presi di mira gli esercizi commerciali, i negozi, qualsiasi luogo dove circoli denaro contante. Esprimiamo piena solidarietà alle ennesime vittime di questa deriva delinquenziale che faticosamente portano avanti la loro attività economica in un territorio difficile, subendo anche queste violenze gratuite“.