Francesco Rosi nasce il 15 novembre 1922. Figlio del calabrese Sebastiano Rosi (direttore di un’agenzia marittima e caricaturista per due periodici cittadini), e di Amalia Carola, casalinga napoletana. Otto anni dopo nasce anche suo fratello Massimo, futuro architetto. Francesco è originario della zona di Montecalvario, a Napoli, e si sposta successivamente – insieme alla famiglia – in un’abitazione in via San Pasquale, nel quartiere di Chiaia.
Durante il periodo estivo, trascorrendo le vacanze a Posillipo, conosce Raffaele La Capria (scrittore, sceneggiatore e traduttore), con il quale stabilisce una salda amicizia, all’insegna della condivisione di diversi interessi. Nel 1934 incomincia a frequentare il Liceo Classico Umberto I, incontrando alcuni compagni di vita, grandi appassionati della cultura e molto attivi a livello politico, come Giorgio Napolitano, Antonio Ghirelli, Francesco Compagna, Achille Millo, Giuseppe Patroni Griffi, Maurizio Barendson e Rosellina Balbi.
Nel 1940 Francesco Rosi s’iscrive alla facoltà di giurisprudenza dell’Università Federico II di Napoli. Durante gli anni accademici, continua a sviluppare la sua forte amicizia con i “ragazzi di Via Chiaia“, coltivando insieme a loro la forte passione per il teatro, il cinema e la letteratura. Frequentando il Circolo degli Illusi in Via Crispi, tra l’altro, può realizzare la messa in scena di diversi atti unici.
Nel 1944, collabora con Radio Napoli, diretta da Italo De Feo e conosce il regista Ettore Giannini; nel 1945 entra a far parte della redazione di un quindicinale di letteratura e arte, Sud, fondato da Pasquale Prunas. Successivamente si dedica all’ideazione di storie.
A Milano inizia la carriera giornalistica. Poi ritorna a Roma ed entra a far parte della Compagnia del Teatro Quirino di Orazio Costa. Nel 1947 si dedica anche al cinema, preparando uno studio su “I Malavoglia” di Giovanni Verga, con l’intenzione di partecipare al concorso di ammissione presso il Centro sperimentale di cinematografia. Nel frattempo, però, Luchino Visconti lo coinvolge nel film “La terra trema“, assegnandogli il ruolo di assistente alla regia; dunque Rosi firma il contratto, a ottobre dello stesso anno. Poi partecipa a diversi lavori, sempre nel ruolo di aiuto-regista.
Nel 1958, Francesco Rosi presenta il suo primo lungometraggio alla XIX Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e ottiene un ottimo risultato. Inizia una lunga carriera da regista che lo porta verso numerosi riconoscimenti. Ricordiamo, in particolare, la laurea ad honorem in Lettere, ricevuta all’Università degli studi di Padova; in Architettura, presso il Politecnico di Torino; in “Pianificazione territoriale urbanistica ed ambientale” presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Consegue, inoltre un dottorato nelle Arti al Middlebury College negli Stati Uniti e in Lettere alla Sorbonne di Parigi.