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Foiba di Basovizza: nel 1992 dichiarata monumento Nazionale

Compito della storia è essere memoria del passato, anche se troppo spesso a dover essere ricordati sono atti tragici, come quelli avvenuti a Basovizza.

La Foiba di Basovizza e la sua tristissima storia è stata per anni dimenticata e con essa i tanti che hanno perso la vita in modo tragico.

Si tratta di un vero e proprio eccidio compiuto ai danni di tanti italiani e non solo.

Si trattava di persone di ogni estrazione, quelli giustiziati e calati nella foiba: civili, militari, carabinieri, finanzieri, agenti di polizia e di custodia carceraria, fascisti e antifascisti, membri del Comitato di liberazione nazionale. Contro questi ultimi ci fu una caccia mirata, perché in quel momento rappresentavano gli oppositori più temuti delle mire annessionistiche di Tito. Furono infoibati anche tedeschi vivi e morti, e sloveni anticomunisti.

Foiba di Basovizza: storia di un eccidio

Quando si parla di foibe si fa riferimento a pozzi minerari scavati allo scopo di trovare risorse ma che nel 1945 si trasformarono in veri e propri teatri dell’orrore.

Un documento allegato a un dossier sul comportamento delle truppe jugoslave nella Venezia Giulia durante l’invasione,  descrive la tremenda via crucis delle vittime destinate ad essere precipitate nella voragine di Basovizza, dopo essere state prelevate nelle case di Trieste, durante alcuni giorni di un rigido coprifuoco. Lassù arrivavano gli autocarri della morte con il loro carico di disgraziati. Questi, con le mani straziate dal filo di ferro e spesso avvinti fra loro a catena, venivano sospinti a gruppi verso l’orlo dell’abisso. Una scarica di mitra ai primi faceva precipitare tutti nel baratro. Sul fondo chi non trovava morte istantanea dopo un volo di 200 metri, continuava ad agonizzare tra gli spasmi delle ferite e le lacerazioni riportate nella caduta tra gli spuntoni di roccia.

Quella di Basovizza resta una strage assurda in cui persero la vita, da stime sommarie, circa duemila persone e si perpetuò, è bene ricordarlo, quando la guerra si era ormai conclusa.

Nel settembre del 1992 fu proclamato monumento nazionale questo pozzo dell’orrore, che oggi rappresenta il memoriale di tutti gli eccidi perpetuati tra il 1943 e il 1945.