La salute e il benessere psicofisico è messo a dura prova durante questa pandemia, e dopo un anno di covid 19 il benessere personale, le emozioni, e soprattutto quello psicologico si fa sentire.
Informarsi e documentarsi sulle patologie è sì un passo avanti, ma anche prendersi cura di se, del proprio corpo e della propria salute psicofisica, perchè il distanziamento sociale ci ha fatto allontanare dalle persone ma ci ha fatto anche chiudere in noi stessi.
Focalizzarsi sulle emozioni e non sugli stati effettivi delle cose, cambiare strategia quando quest’utima non ne vuole sapere di funzionare. La salute e il benessere psicofisico sono un argomento che riguarda soprattuttto i giovani e sull’educazione alla salute bisogna ancora lavorare molto e a fondo.
In quasi tutti i Paesi del mondo gli investimenti riservati ai giovani, o comunque non adeguati alla salute della psiche. Poichè si pensa che la salute e il benessere mentale non siano importanti. Ma in un momento storico come questo dove i contatti sociali sono ridotti all’estremo dare importanza alla propria psiche è fondamentale.
La Giornata mondiale della Salute è stata il 7 aprile e tra i tanti obiettivi e consigli si è parlato anche della salute psicologica delle persone dopo la pandemia.
L’appuntamento ha assunto una valenza particolarmente importante, soprattutto tra i giovani.
Le riflessioni riguardano diversi ambiti, per esempio quello alimentare. Gran parte dei giovani non osserva una dieta mediteranea e adeguata, salta i pasti come la colazione, non mangia frutta e verdura e consuma in maniera eccessiva bevande zuccherate. Sono ancora molto diffusi disturbi come anoressia, bulimia. L’attività fisica quotidiana, soprattutto a causa della pandemia, resta un campo nel quale intervenire, solo pochi adolescenti raggiungono il livello giornaliero di attività fisica quotidiana.
Lo stile di vita dei giovani, bambini e adoloscenti,le emozioni, dovrebbero migliorare come pure il rapporto con lo studio. Le medie europee registrano tassi di dispersione e abbandono scolastico ancora troppo elevati. Sono cresciuti i disagi psicologici, la tendenza all’irritabilità e i disturbi del sonno. La DaD non ha agevolato il metodo di studio e la voglia di apprendere dei giovani, anzi è stato priato l’apprendimento e la curiosità molte volte.
La famiglia per la maggior parte dei giovani, continua a essere il luogo più sicuro, sia dal punto di vista affettivo, delle emozioni, che materiale. Un dato positivo, ma che a lungo termine si rivela una “trappola”: uscire dal nido e affrontare la vita reale diventa sempre più faticoso e angosciante per loro.