Mens sana in corpore sana: recita così la satira decima dello scrittore latino Giovenale che mai come oggi deve entrare nel vivere di tutti coloro che sono preda delle fugaci e dannose passioni, come l’eccessivo attaccamento alla materialità, al denaro, alla vita “comoda” e piena di svago. Siamo sicuri che l’uomo contemporaneo, dell’era globale, non si perda l’essenza della vita e il vero benessere perchè preso dalla corsa frenetica al successo? Gli antichi saggi, i greci e, nella fattispecie, i latini, sottolineavano un aspetto della vita salutare e longevo: il perseguire buoni valori e i buoni sentimenti; questo rendeva gli uomini eccezionali e speciali nella mente e nel corpo .
Le vitutes permettevano di unire due cose: lo Spirito e il Corpo, pertanto la mente o l’anima e il corpo che simboleggiava la materia corruttibile. Oggi una fitta schiera di medici olistici rimarca con estrema importanza la necessità di dare valore non solo alla cura del corpo attraverso rimedi estetici e cosmetici ma anche a quella dell’anima e quindi a quella emozionale. Secondo la visione olistica infatti, ogni parte del corpo corrisponde a un preciso punto emozionale che va nutrito con positività e amore. Nutrire sentimenti ed emozioni negative verso il prossimo o verso se stessi, in sintesi, corrisponde al nutrire negativamente una parte precisa e un punto preciso del nostro corpo. Da secoli gli antichi saggi, le stesse Sacre Scritture, ci hanno mostrato i “difetti” del nutrire sentimenti negativi; si legge infatti nei Proverbi: “con la pazienza si piega un principe, la lingua dolce spezza le ossa“.
Secondo la psicosomatica ci sono dei sintomi e dei disturbi strettamente connessi a fattori emotivi negativi e a stress fisici e mentali, come cistiti, tensioni muscolari, mal di stomaco, reumatismi, ansia e mal di testa. Che ci costa dunque essere positivi e amarci?