Arriva dalla Finlandia una proposta decisiva per il benessere dei lavoratori. Sanna Marin, premier dello stato, propone una revisione della settimana lavorativa, articolandola in 4 giorni da 6 ore lavorate.
Questo decreto sarebbe attuabile nel 2020. La premier afferma fiduciosa : “Perché questo non potrebbe essere il prossimo passo per la Finlandia? Otto ore sono davvero l’unica scelta possibile? Credo che le persone meritino di trascorrere più tempo con le loro famiglie, con i propri cari, dedicandosi agli hobby e altri aspetti della vita, come la cultura. Questo potrebbe essere il prossimo passo per noi”.
Tale proposta viene avanzata in coincidenza coi 120 anni dello Sdp, il partito social democratico di cui la Marin è leader, e ha trovato sostegno nel Vasemmistoliitto, il partito di sinistra radicale diretto dalla ministra della Pubblica Istruzione, Li Andersson.
La ministra Andersson si è detta subito entusiasta della revisione ed ha dichiarato : “È importante consentire ai cittadini finlandesi di lavorare di meno. Non è questione di governare con stile femminile, bensì di offrire contenuti e mantenere le promesse agli elettori”.
Attualmente la giornata lavorativa finlandese si svolge in 8 ore, l’esperimento della settimana ridotta proposto dalla Marin è una realtà consolidata in altri paesi dell’ Europa del nord, come la Svezia.
Dal 2015 a Göteborg, la seconda città più grande dello stato, la settimana lavorativa è stata ridotta a 6 ore giornaliere di lavoro effettivo, tale provvedimento è stato applicato anche nei servizi sanitari e non ha portato ad una riduzione dello stipendio dei lavoratori.
Questo tipo di revisione ha delle implicazioni sul piano motivazionale, è stato provato che ad una riduzione delle ore lavorate corrisponde un maggiore benessere ed una maggiore efficienza dei dipendenti. A sperimentare la riduzione della settimana lavorativa è stato anche il marchio Toyota, che ha riscontrato dati favorevoli.