Ferdinando Russo ha una vicenda intellettuale e letteraria da tener conto quando si parla di una delle problematiche del Mezzogiorno campano quali la criminalità organizzata.
Noto per l’attività lirica, che ebbe nella canzone il massimo esito, Russo fu tra i primi a formulare, insieme a Ernesto Serao, a formulare sul piano teorico un mera enciclopedia degli usi e costumi della Camorra.
L’opera “La Camorra. Origini, usi, costumi e riti dell’annorata soggità ” del 1907 è un catalogo sociologico che discende nelle viscere del male criminale campano, ritraendone aspetti che divengono iconici nella produzione teatrale e cinematografica sul tema Camorra.
A dar credito al lavoro di Ferdinando Russo, di cui spesso viene estromesso il sostrato pedagogico e la connotazione panverista che ne fa un pamphlet contro il processo di unificazione nazionale e denuncia della “questione meridionale”, sono opere cinematografiche come il ruolo del boss Barracano ne “Il sindaco del rione Sanità” di Eduardo de Filippo oppure il film di Pasquale Squittieri “I Guappi”, interpretato dalla triade del cinema italiano anni 70’ Claudia Cardinale, Fabio Testi e Franco Nero.
Coadiuvato dal giornalista de Il Mattino e scrittore Serao, Russo enumera pratiche associative atte ancora oggi agli studi storici e sociologici per ricostruire la formazione della camorra come l’organizzazione di potere, l’elemento simbolico costiruito dal rito d’iniziazione e d’appartenenza tra il massonico e il cristiano, punti quali il carcere o il tatuaggio e figure femminili, collegate al modus criminale camorristico.
Il ruolo primceps di Russo è di mettere in evidenza i cambiamenti che stava assumendo la Camorra, nel passaggio tra dominio borbonico ed Ottocento e nascente Belle Epoque.
Il camorrista-guappo del mondo 800esco e borbonico, nell’età giolittiana ha smarrito il tratto eroico del “ribelle” hobswobniano che munito di coltello rimetteva folcloricamente le cose al loro posto laddove la giustizia non riusciva.
Russo e Serao tematizzano una nuova tipologia di criminale camorrista che ha aspirazioni proto capitalistiche, che dominano i mercati e le fiere di bestiami, quasi antesignani delle attuali strategie e strutture di dominio territoriale poggiante sul binomio famiglie-clan.