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Fata Morgana: l’ingannatrice dello Stretto di Messina

La Fata Morgana era l’apprendista di mago Merlino, una donna colta che s’intendeva di pratiche di divinazione, astronomia e medicina. Era magnetica e seducente. Secondo alcune versioni della leggenda, la donna era la sorellastra del grande Re Artù, la quale gli era legata da un sentimento di odio e di amore, si unì al fratellastro, dando alla luce Mordred, il figlio dell’incesto.

Ma, in realtà, Morgana era innamorata di Lancillotto e usa tutto il suo sapere, la sua magia e le sue pozioni per ottenere l’amore del cavaliere, ma sempre senza successo perché il cuore del prode guerriero è rivolto solo a Ginevra.

Secondo questa versione della leggenda, Fata Morgana  impietositasi per le condizioni delle gravi ferite che il Re Artù si era procurato durante la sua ultima battaglia, lo aveva portato ai piedi dell’Etna affinché saldasse la sua spada Excalibur sulla roccia. Fu così affascinata dalla Sicilia che decise di rimanervi, costruendo nelle profondità delle acque dello Stretto di Messina, uno splendido e misterioso castello di cristallo.

Si narra che qui studiasse come ingannare gli ingenui navigatori che si trovavano ad attraversare lo stretto, ammaliandoli con le sue visioni in modo che, perdendo la rotta, i marinai andassero a infrangersi con le loro imbarcazioni lungo la costa, trovando la morte.

Sempre secondo la leggenda, un re barbaro,  arrivato sulle rive della Calabria, vide le sponde della Sicilia e, credendola abbastanza vicina, decise di raggiungerla a nuoto. Infatti, la Fata Morgana gli apparve e, fornendogli un’illusione, gli promise di fargli raggiungere quella terra, ma vittima della Fata, annegò.

Ancora oggi si possono notare nel tratto di mare tra la Sicilia e la Calabria questi fenomeni che hanno una spiegazione scientifica cui è dato il nome di “Effetto Morgana”: nelle giornate limpide di agosto e settembre, la Sicilia e la Calabria sembrano vicinissime per l’effetto ottico creato dalla luce del sole che attraversando strati d’aria con temperature diverse agiscono come lente di rifrazione. Questo fenomeno, agisce quasi come un miraggio, ma più particolare.

Il risultato più classico è quello di vedere, oltre l’oggetto, anche una sua immagine capovolta e praticamente “sospesa” nel cielo. Sembra magia ma, non è visto di buon auspicio.