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Falerno del Massico, un vino nato per volere di Bacco

Chiudiamo gli occhi e inoltriamoci nel passato, volgiamo lo sguardo alla Campania Felix, sede di storie, miti e leggende giunte sino ai giorni nostri.

Pensiamo, ad esempio, al ritrovamento dell’antico Thermopolium pompeiano, un luogo nel quale gli antichi romani erano soliti ristorarsi, consumando pietanze saporite e infusi e bevande dal sapore delizioso. In un contesto così ampio e articolato, si inscrive la storia del Falerno del Massico; un vino antico, dai riflessi violacei, la cui origine si lega ad una figura divina.

Falerno del Massico, tra storia e mito

Il Falerno del Massico è un vino con una storia illustre, prodotto da sempre nell’Ager Falernus, alle pendici del Monte Massico, nel Casertano, seguendo delle tecniche di origine etrusca. Stando a quanto riportato da Silio Italico nel suo poema “Punica”, la nascita del Falerno sarebbe ricollegabile alla seconda guerra Punica, durante l’assedio di Capua.

Secondo il mito, Annibale e i suoi Cartaginesi, intenzionati a rasare al suolo la città, risparmiarono un modesto podere, coltivato da un contadino di nome Falernus. In questo contesto, fece la sua comparsa il dio Bacco che, sotto mentite spoglie, fece visita al contadino. Quest’ultimo, che era umile ma di animo generoso, offrì all’ospite la possibilità di rifocillarsi con latte e cibo, nonostante ne ignorasse l’identità. Colpito da tanta gentilezza, Bacco ricompensò l’uomo, trasformando il podere in una rigogliosa vigna, dalla quale sarebbe nato il Falerno.

Questo vino era così ricercato che Marziale lo definì il vino per eccellenza, aggiungendo: “Se vuoi bere del vino ti costerà un sesterzio; del buon vino te ne costerà due; ma se vorrai bere il magico Falerno, dovrai essere pronto a pagarne sei”. In poco tempo, l’egemonia del Falerno si impose sui vini di Atene, decretandone il declino.

Con l’arrivo del Medioevo, alcune tecniche di produzione persero la centralità iniziale, ma grazie alla cura che i Borbone riservarono all’agricoltura, il Falerno ritrovò l’antico splendore e il suo nome tornò ad essere famoso nel mondo.

La ripresa definitiva del Falerno del Massico, dopo un periodo poco fortunato, si ebbe nel 1989, con il riconoscimento dell’omonima Denominazione di origine controllata, prodotta nel territorio dell’antica Casa Hirta; nello specifico, nei comuni di: Sessa Aurunca, Cellole, Falciano del Massico e Carinola, nelle varianti rosso e bianco.