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Errori e falsi miti sulla storia di Napoli

 

Nato a Napoli, classe ’47, Laureato in Medicina nel 1972 e specializzato in ginecologia, si Laurea poi anche in Lettere Moderne.. Achille Della Ragione è un appassionato studioso dai molteplici interessi, si dedica con dedizione e impegno alla storia dell’arte divenendo uno dei massimo cultori della pittura del Seicento napoletano.

Autore di più di 120 libri spazianti monografie e testi medici, sino ad arrivare nel 1992 a sperimentare in ambient ospedaliero una tecnica farmacologica per indurre l’aborto senza intervento chirurgico.

Nel 2015 scrive il libro ” Errori e bugie sulla storia di Napoli” nel quale indaga con accuratezza la storia di Napoli, mettendo in discussione molteplici miti che hanno costellato e consolidato la memoria collettiva. Dalla storia della sfogliatella al fantomatico miracolo di San Gennaro. Un viaggio all’insegna della ricerca sulla verità storica.

Lei è prima di tutto un medico, ha dedicato molti anni nell’ambito della medicina. Ecco, come è nato invece questo vivo  interesse per la storia?<< E’ nato nel 1994 quando ebbi il mio primo infarto. E poiché consultai alcuni luminari tra cui alcuni medici parigini, mi dissero che avrei avuto soltanto un altro anno di vita. Per cui decisi di dedicare il resto del tempo a mia disposizione ad altri interessi. E a dispetto di quanto mi dissero i colleghi medici, il tempo a mio disposizione si è prolungato e sono ormai vent’anni che mi sono messo al servizio della cultura. Soprattutto dell’arte 600 e della storia di Napoli>>

Uno studioso è prima di tutto un uomo. Può  la storia personale, la prospettiva dell’individuo determinare il resto di una storia più ampia?

<< Credo proprio di sì. Tutto il mio percorso personale è certamente autobiografico. E quindi anche lo sguardo sulla storia circostante. Gli ultimi anni della mia vita sono stati molto avventurosi e questo ha inciso molto sui miei gusti letterari, artistici. Vivendo la città profondamente e conoscendo poi grandi napoletanisti come Aurelio De Rosa, Vittorio Paliotti, Pietro Gargano, mi hanno supportato sia nell’amicizia che nei rapporti di studio>>

Nel suo libro ” Errori sulla storia di Napoli” Lei mette in discussione alcuni passaggi ormai consolidati nella memoria collettiva: come la data di nascita della sfogliatella, l’origine del nome della pizza Margherita, e la costruzione della prima Università laica a Napoli, la Federico II. Ne parli :

<< Consultando i testi diretti, in giro per le biblioteche ho avuto modo di appurare molti errori che ci sono stati tramandati storicamente. Per quanto riguarda la sfogliatella, mi imbattei tempo fa in un testo latino di Strabone il quale parlava che nella crypta neapolitana, c’era il culto della fertilità dove vi si recavano giovani spose per cercare di restare incinte. Il testo parla poi della creazione di un dolce che richiamava proprio la forma del pube femminile che avrebbe poi aiutato la fertilità. Comparve la ricetta per poi sparire per un po’ di anni, risorgendo in epoca seicentesca nei monasteri. Per quel che riguarda la pizza Margherita, i testi sono molto chiari, i quali con decenni di anticipo al 1889 parlano di una pizza a forma di margherita. L’errore d’attribuzione alla Regina Margherita è dovuta ai Savoia che si sono appropriati di questa specialità e richiamando i colori della bandiera italiana. Sull’Università io ho sempre nutrito dubbi: perché quando incontravo grandi studiosi chiedevo sempre della sede originaria della Federico II e nessuno sapeva rispondermi, poiché c’è un vuoto enorme che dura quasi un secolo nel quale non si sapeva dove avesse sede prima. Un giorno posi il quesito all’Emerito professor Galasso, durante un convegno, lui gentilmente dopo una settimana di ricerche confermò l’assenza di dati, lungo un secolo>>

– Tutte queste ricerche, questo suo sfatare  miti sulla storia di Napoli, che impatto hanno avuto su coloro che invece hanno portato avanti idee diverse?

<< Queste verità hanno certamente avuto un impatto. Ma essendo lontano dal ” clan ” dei giornalisti, queste verità non hanno avuto la diffusione capillare che meritano per divenire per così dire incontrovertibili. Sulla questione della pizza, ormai la vera storia è acclarata. Il resto è racchiuso nei miei libri che ho reso consultabili tranquillamente in rete >>

-Quanto è importante per Lei  la ricerca storica?

<< E’ alla pari di altre ricerche, come quella sul seicento napoletano. Offro consultazioni e pubblico su varie riviste di interesse storico-artistico, le ricerche mosse dalla scoperta di quadri di pittori del seicento confrontandomi continuamente con colleghi studiosi.>>

Quest’anno nell’ambito del Maggio dei Monumenti, come intellettuale è stato scelto Gaetano Filangieri, come si pongono i suoi studi rispetto a questa figura?

<<La cosa che più mi ha colpito storicamente  di Filangieri, sono state le sue parole, citate quando fu stilata la Costituzione Americana. Dedicare il Maggio dei Monumenti a Filangieri è certamente un tocco di intellettualismo>>

Può essere la storia una disciplina che vanta il merito di indagare la verità?

<< Lo scopo dello storico è ricercare la verità. La storia dovrebbe costantemente, salvo nei regimi dittatoriali, ricercare la verità. La storia in mano al potere ci mette del tempo per arrivare alla verità, soprattutto quando si vengono a perdere importanti documentazioni. Come è accaduto con la tesoreria angioina, fu trasferita per sicurezza in una villa dell’entroterra, ma i tedeschi la rasero al suolo, per cui oggi quando entriamo in Donnaregina Vecchia e ammiriamo quegli immensi affreschi non sappiamo chi sono gli autori. I documenti che ci permettono di attribuire l’autorialità, sono andati perduti. Abbiamo un buco che non possiamo colmare.>>

Che cos’è per Lei il concetto di vero storico?

<< Il vero storico è incarnato da chi con passione, dedizione scopre documenti, indaga per amore del vero e nei limiti del possibile la divulga mettendola a disposizione di tutti. A tal proposito mi viene in mente Vincenzo Rizzo e Eduardo Nappi, che trascorrono intere giornate nell’archivio del  banco di Napoli, e continuamente scoprono documenti come per esempio la storia di Nella De Rosa. La pittrice che stando ai racconti divulgati in molti libri fu uccisa dal marito Agostino Beltrano, poiché geloso dei suoi rapporti con Massimo Stanzione . Un altro studioso Prota Giurleo, negli anni 50 scoprì l’atto di morte di tale Nella De Rosa, in cui c’è scritto che la donna sia morta a 47 anni dopo aver dato alla luce sette figli e presa anche l’estrema unzione, sfatando così  il mito della uccisione della donna per mano del marito.

L’altra storia che merita verità è sullo pseudo miracolo di Championnet: si racconta che i conquistatori di Napoli nel 1799,  volevano il favore della città attraverso la manifestazione del miracolo di San Gennaro, poiché ciò non avveniva Championnet entrò nel Duomo armato, minacciò il cardinale dandogli un ultimatum di 24h. In tutti i libri di storia, includendo anche lo scrittore Dumas citano l’avvenuto miracolo fatto dal Santo. Quando ho voluto indagare sull’accaduto ho ricevuto una cesura netta. L’archivio della Deputazione del tesoro di San Gennaro non è aperto al pubblico, ma si possono comunque porre delle questioni per ricevere responsi e io chiesi proprio al Presidente della Deputazione la verità sul miracolo e lui mi rispose che effettivamente non c’era mai stato. L’unica cosa avvenuta è che il Santo sotto minaccia delle armi ovviamente cedette al ” miracolo” per salvarsi. Tanto che alcuni  napoletani lo declassarono imputandolo come ” Santo giacobino”. Questa è una di quelle scoperte che vanno a toccare i nervi pulsanti della storia di Napoli. Come pure la  storia delle macchine anatomiche della Cappella San Severo, nel libro cito i nomi degli studiosi che a livello scientifico hanno dimostrato  in modo inoppugnabili che sono degli artefatti, che il Principe di San Severo acquistò da un anatomista palermitano, ci sono i documenti di pagamento.

Nel libro ho cercato di mettere in risalto la verità seppur in alcuni casi scioccante ,ma anche i record positivi della  storia di Napoli che vanta la nascita  del futurismo ,  la penicillina, fu scoperta a Napoli da uno studioso che sperimentò il farmaco  tramite le muffe del pozzo di casa sua, poi il premio Nobel andò a Fleming. Ecco la verità va detta e ricercata. In una città sempre a metà strada tra luci e ombre. >>

 Per conoscere l’autore:
http://www.achilledellaragione.it/
https://achillecontedilavian.blogspot.com/2017/04/i-miei-primi-70-anni.html
http://achillecontedilavian.blogspot.com/2018/03/errori-e-bugie-sulla-storia-di-napoli.html