Oggi celebriamo il fisico e studioso italiano Enrico Fermi, nell’anniversario della sua nascita. Considerato “il padre della fisica nucleare”, ricevette il premio Nobel nel 1938 e fu una figura chiave nello sviluppo della bomba atomica.
Le eredità di Enrico Fermi
Un elemento della tavola periodica è chiamato “fermio” grazie a lui. Allo stesso modo i “fermioni” sono una delle due classi di particelle della statica quantistica. Il “fermi” è invece un sottomultiplo del metro utilizzato nella fisica nucleare. Inoltre sempre nell’ambito della fisica, esiste anche “l’effetto di Fermi“.
I primi passi nella fisica
Enrico Fermi nacque a Roma il 29 settembre 1901. Da bambino dovette affrontare la morte prematura del fratello maggiore Giulio, cui era molto legato. Subito si dedicò anima e corpo agli studi terminando il liceo con un anno d’anticipo. Entrò poi alla Scuola normale superiore di Pisa, laureandosi il 7 luglio 1922. Si trasferì allora prima a Gottinga, in Germania, dove studiò da Max Born (altro fisico premio Nobel), e poi successivamente in Olanda.
Enrico Fermi e i ragazzi di via Panisperna
In Olanda conobbe Albert Einstein, che rimase colpito dal suo talento. Tornò in Italia nel 1925, prima a Firenze e l’anno successivo a Roma, dove ottenne la cattedra di Fisica Teorica all’Istituto di Fisica. Proprio dalla sede dell’Università prende il nome il gruppo di studio di cui facevano parte tra gli altri, oltre a Fermi, anche Emilio Segrè (altro Nobel) ed Ettore Majorana: “I ragazzi di via Panisperna”.
Il premio Nobel per la fisica
Il gruppo si sciolse nel 1935. In quello stesso anno Fermi divenne membro dell’Accademia dei Lincei. Tra i motivi dello scioglimento del gruppo pare che ci fossero il trasferimento all’estero di molti dei suoi componenti. In realtà possiamo dire che fu anche grazie al lavoro preparatorio di quegli anni, che Fermi riuscì ad aggiudicarsi il premio Nobel per la Fisica nel 1938. Il premio arrivò grazie “all’identificazione di nuovi elementi della radioattività e la scoperta delle reazioni nucleari mediante neutroni lenti”.
Le invenzioni
La sua fama uscì dai confini europei e Fermi si trasferì infatti negli Stati Uniti, dove fu chiamato ad insegnare alla Columbia University. Qui guidò la costruzione del primo reattore a fissione (detto anche “pila di Fermi”) , che il 2 dicembre 1942 andò a produrre la prima reazione nucleare a catena controllata. Fermi divenne in seguito anche uno dei direttori del Progetto Manhattan, che tra il 1942 e il 1945 nei laboratori di Los Alamos, in New Mexico, portò alla realizzazione della bomba atomica decisiva per la fine della Seconda guerra mondiale.
Gli ultimi anni
Negli anni successivi alla guerra, Fermi si dedicò allo studio delle particelle elementari e degli acceleratori di particelle, e nel 1951 condusse lo studio sperimentale della collisione pione-protone. Dopo essere tornato in Italia, nell’estate del 1954, iniziò ad avere i primi sintomi del tumore allo stomaco che lo portò alla morte, a Chicago, il 28 novembre dello stesso anno.