Area Nord di Napoli ancora nell’occhio del ciclone legata all‘emergenza rifiuti. Stavolta è Sant’Antimo il comune coinvolto.
Dopo le numerose emergenze che hanno assediato negli anni il comune di Caivano, anche Sant’Antimo si ritrova in una situazione analoga, sommersa dalla spazzatura e dai rischi per ambiente e salute.
Una situazione davvero assurda, soprattutto dinanzi al provvedimento ministeriale che ha varato la modica cifra di 4 milioni di euro per il risanamento ambientale e rimozione dei cumuli di rifiuti nella Terra dei Fuochi.
A dichiarare l’emergenza rifiuti santantimese è stato il funzionario contabile della commissione speciale, Salvatore Carli, venutosi a creare dopo il proscioglimento seguito della giunta da parte del ministero degli interni.
Il Carli ha denunciato presso le autorità locali l’emergenza rifiuti, richiedendo l’intervento del prefetto allo scopo di avviare controlli per stabilire consone misure cautelari per l’ambiente e la salute dei cittadini.
Due punti certamente di primo piano, date le temperature di luglio e la gravità dell’emergenza.
Allo stesso tempo, il funzionario municipale a richiesto l’intervento di precise disposizioni normative per procedere alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti che assediano le strade del comune di Sant’Antimo.
Tra queste vi è la riorganizzazione della raccolta differenziata e l’istallazione di un sistema di videosorveglianza, con sanzioni pecuniarie per controllare e punire eventuali trasgressori.
Infatti, l’emergenza rifiuti del territorio di Sant’Antimo, spesso soggetta a scarichi selvaggi da parte delle aziende fantasma gestite dalla mala locale, non riguarda unicamente rifiuti speciali e solidi.
L’emergenza rifiuti nei comuni campani all’area a nord di Napoli diviene spesso un braccio di ferro tra imprese private, mancanza di tutela del territorio da parte delle amministrazioni locali e incuria dei medesimi cittadini, con risoluzioni spesso soltanto momentanee.
Lo scorso anno le periferie campane subirono una situazione per molti versanti analoga a quella che adesso sta vivendo il comune di Sant’Antimo, vedendo coinvolti comuni quali oltre Caivano, Tufino, Giugliano ma anche Secondigliano, Scampia e Chiaiano.