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Elvis Presley, moriva oggi il “Re del Rock and Roll”

Il grande Elvis Presley ci lasciava all’età  di 42 anni a causa di un attacco cardiaco.

Il referto del medico del  Baptist Memorial Hospital segna le 15:00 come ora del decesso.

Ritornato a casa, a Graceland,  dopo un concerto rimane sveglio a discutere del prossimo tour con i suoi familiari e al suo staff. Poi si mette al pianoforte.

E’ notte fonda, quasi mattina ormai, suona il suo ultimo brano al pianoforte: ‘Blue Eyes Crying in the Rain’.

Terminato di suonare, si dirige verso la sua camera da letto.

Non ha sonno, un’altra manciata di barbiturici.

E’ giorno ormai e ancora il re non riesce a dormire.

Sono circa le 9:30 quando si dirige verso il bagno.

Trascorrono 4 ore, quattro interminabili ore. La sua compagna lo trova dopo l’1 e 30 del pomeriggio in agonia.

La corsa verso l’ospedale dove arriva poco prima delle 15:00. E’ tardi, troppo tardi.

Il suo destino prepotente era quello di arrivare sempre prima di tutti gli altri. Come nella musica, così nella vita.

Che si spense troppo presto, quando aveva soli 42 anni.

Elvis Presley venne trovato a terra, nel bagno di Graceland, la sua reggia di Memphis.

“Elvis Left The Building” è la frase con cui, il 16 agosto 1977, fu annunciata al mondo la morte del re del Rock’n’Roll”.

Da cui nessuno si aspettava un finale di partita così malinconico.

Il suo merito, come tutti dissero, non sta nell’aver inventato il rock’n’roll: ma se il rock’n’roll ha travolto il mondo intero, il merito è anche, anzi, soprattutto suo.

È stato grazie a lui se milioni di persone sono state travolte e si sono pazzamente innamorate della portata rivoluzionaria di questa musica.

Elvis Presley era nato a Tupelo, Mississippi, l’8 gennaio 1935, ma ben presto con la famiglia si era trasferito a Memphis, una delle capitali mondiali della musica.

La sua storia è cambiata sempre nel mese di agosto, ma del ‘53, quando per la prima volta varcò la porta dell’ufficio della leggendaria Sun Record dove, per pochi dollari, registrò la sua prima canzone.

Sam Philips, il proprietario della Sun, non gli diede alcuna importanza, ma si sbagliava.

La segretaria Marion Keisker invece si appuntò il nome di quel ragazzo dall’energia travolgente, e quando, qualche tempo dopo, si trattò di pensare a un nome nuovo capace, nell’America segregata di allora, di portare a un pubblico bianco la nuova musica dei neri, fece al suo boss il nome di Elvis.

Mettendo insieme la tradizione del country con le nuove invenzioni della musica nera, Elvis divenne ben presto l’icona assoluta del rock.

La sua presenza scenica era straordinaria, il suo modo di muoversi sul palco non si era mai visto prima.

La triste verità è che gli ultimi anni della sua breve vita, sono stati segnati da una devastante dipendenza da ogni tipo di farmaco, alimentata dal solito medico compiacente che in storie come queste non manca mai: il dottor Nichopoulos, radiato dall’albo nel 1990  proprio per abuso di prescrizioni. Elvis, che aveva conquistato il mondo con la sua esplosiva sensualità, a un certo punto, tra overdose e concerti improponibili, finì per mostrare al pubblico la sua decadenza artistica e umana.

Per l’ultimo suo viaggio, Elvis indossò un abito bianco e una camicia blu.

Bianco era il carro funebre regale, scortato da sedici limousine, ovviamente tutte anche loro di colore bianco.

Per più di qualcuno Elvis è ancora vivo, al punto che le major inglesi delle scommesse accettano ancora la giocata.

Ma è solo una speranza, dettata dalla sconfinata ammirazione per quelle celebrità che si vorrebbe fossero immortali.

Dora Caccavale
Dora Caccavale
Nata a Napoli (classe 1992). Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Autrice del libro "Lettere di Mattia Preti a Don Antonio Ruffo Principe della Scaletta" AliRibelli Editore. Organizzatrice di mostre ed eventi artistici e culturali. La formazione rispecchia il suo amore per l'arte in tutte le sue forme. Oltre alla storia dell'arte ha infatti studiato, fin da bambina, danza e teatro. Attualmente scrive per la testata XXI Secolo.