Elio Coppola è un musicista Jazz napoletano che da anni si esibisce alternandosi tra Italia e Stati Uniti, patria del Jazz, è direttore artistico del Festival Internazionale Jazz Inn Capri da ormai dieci anni, “conto presto di tornare ad esibirmi sui grandi palchi di Europa e America”; la pandemia ha bloccato per un certo periodo tutti i progetti previsti per questo 2020, in Italia le cose sembrano migliorare in questo momento ” ho appena terminato una stagione estiva molto impegnativa che mi ha portato ad esibirmi in varie città italiane” – ci dice Elio, in America e in Europa la situazione fatica ancora a ricominciare, nei progetti di Coppola era prevista una tournèe proprio fuori Italia nei mesi di ottobre e novembre ma tutti coloro che lavorano in questo campo sono costretti ad aspettare nuovi aggiornamenti in merito alla situazione, dove si spera di ricominciare al più presto.
Elio si è esibito molto a New York presso teatri come il Birdland Jazz Club, Smalls, Dizzy’s Coca cola Club, presso lo Zinco Jazz Club di Mexico City, il Ball and Chain di Miami, affiancandosi ad importanti nomi del settore come Benny Golson, Joey De Francesco, considerati delle vere e proprie leggende del Jazz mondiale, oppure più recentemente con degli artisti affermati a livello internazionale come David Kikoski o Seamus Blake, o le cantanti Joyce Yulle, Lauren Henderson e Celia Kameni – “Il bello di questa musica è proprio la possibilità di lavorare con tanti artisti provenienti da ogni parte del mondo, artisti che hanno estrazioni sociali, religioni e storie personali estremamente diverse. Quando suono con questi artisti percepisco nei suoni il racconto delle loro storie e delle esperienze avute, tutto questo arricchisce di “nuovi sapori e colori” la mia musica” .
L’amore per questo genere di musica avviene nel momento in cui il maestro di batteria Stefano Tatafiore presta al suo allievo un disco di Miles Davis, il celebre “Kind of Blue” un vero classico di questa musica, e ne rimane folgorato al tal punto da impegnarsi in un genere che prima di allora non aveva preso in considerazione – ” Da allora cominciai ad ascoltare quella musica con molto interesse, fino ad innamorarmene perdutamente! ” – racconta un Elio molto emozionato nel ricordare questo aneddoto che ha consacrato la sua vita; Alla batteria si interessa dal principio invece, racconta di come prendesse con serietà lo studio di questo meraviglioso strumento e di quante ore passasse ad esercitarsi, cosa che avviene tuttora al fine di rimanere sempre in forma – ” Attraverso questo strumento riesco a comunicare alle persone le mie esperienze di vita, le mie emozioni, arrivando dritto al cuore della gente, ho la sensazione di riuscire ad esprimermi meglio ed in modo più diretto tramite la mia batteria che non con le parole!”.
C’è sempre il rovescio della medaglia però… un artista sa bene il sacrificio che deve fare, in particolare gli artisti che viaggiano continuamente, a causa del lavoro, specie quando si suona in un posto diverso ogni sera, specie se il viaggio lo si fa durante il giorno e la sera subito ci si deve esibire,la stanchezza pervade il fisico, questo finché i piedi non toccano il palco e come per magia tutto scompare,esistono solo le note, lo strumento e la passione di chi si esibisce regalando al pubblico un emozione; Il sacrificio è ancora più gravoso se si ha una famiglia, Elio è sposato ed è divenuto da poco padre “Cerco di dedicarmi al massimo a mia moglie e mia figlia appena sono fermo, mia moglie mi ha fatto capire l’importanza della qualità più che della quantità del tempo che si trascorre insieme e di questo oggi ne sono pienamente convinto”.
Attualmente Elio sta lavorando ad un progetto originale con il suo trio e insieme al sassofonista americano Seamus Blake, considerato l’erede naturale di Michael Brecker. “Il mio sogno è quello di comporre musica originale e registrare un disco dove scrivo personalmente testi e musica.”
Cos’è per Elio Coppola il Jazz dunque ?
«Questa è la domanda più difficile! Per me Jazz significa soprattutto musica improvvisata e creata in base alle emozioni che vivo in quel momento, ogni brano che suono non ha mai la stessa intenzione e non genera mai la stessa reazione. Io vivo la musica come parte integrante della mia vita, io vivo intensamente così come suono, insomma io suono e vivo il Jazz!»