Eduardo De Filippo è stato uno dei più celebri drammaturghi napoletani, ancora oggi amato dal pubblico che continua ad omaggiarlo con ricordi e aneddoti.
Le sue opere, sia quelle in lingua napoletana che quelle in italiano sono da annoverare tra i “classici” della letteratura e del teatro. Fulcro della cultura napoletana novecentesca, simbolo di una realtà frammentata ma intrisa di sentimento e voglia di essere.
La scrittura di Eduardo De Filippo si fonda su un lavoro di documentazione ed osservazione: una fase importante che precede la stesura dei testi. È in questo modo che il teatro di Eduardo si configura non come mera rappresentazione del vero, ma come la messa in scena di qualcosa che sia verosimile, e che se così non fosse rischierebbe di essere noioso.
Lo stesso drammaturgo napoletano a tal proposito affermó: “Il teatro vero e crudo rischia di annoiare…”.
La scrittura di Eduardo tende così a rendere conto delle molteplici sfaccettature che caratterizzano la società a lui contemporanea. Secondo Dario Fo, De Filippo è addirittura “l’unico attore che si preoccupa di raccontare le cose legate al suo tempo”.
Quella paternità non riconosciuta, ma sempre incombente e plateale, il carattere piuttosto duro, le sofferenze, lo spinsero a lasciare Napoli nel dopoguerra. Ma nonostante ciò, la città sarebbe rimasta per sempre nel suo sangue di artista ad ispirarlo con i suoi umori popolari e fantastici, a fare da eco alla sua intensa poetica di drammaturgo.
Eduardo pur allontanandosi da Napoli non dimenticó, nè abbadonó gli elementi propri e caratterizzanti di una società variegata e multiforme quale era (ed è ancora) Napoli.
Sentimenti contrastanti, colori, repulsioni, suggestioni e identità che non si dissolvono, tasselli di una poetica emozionante e realistica, cruda, spesso amaramente vera e sapientemente ironica, toccante al punto giusto, razionale e metaforica.
Eduardo De Filippo: alcune curiosità sul celebre commediografo
Ricordiamo alcuni simpatici quanto rappresentativi aneddoti che hanno contributo a dare maggior spessore alla figura di Eduardo De Filippo non solo in quanto attore, drammaturgo, ma soprattutto come uomo.
Eduardo debuttó in teatro a soli quattro anni, in una scena de “La gheisha”, in braccio ad un attore, iniziò a lavorare insieme alla sorella nella compagnia
Inoltre, come lui stesso raccontó, si divertiva durante il periodo scolastico, quando era in collegio, a scrivere commedie ironiche relative alla scuola, beffeggiando gli altri studenti.
Oltre a mescolare sapientemente gli elementi della realtà, creando copioni e testi dall’intenso spessore culturale, Eduardo era bravissimo a mescolare anche gli ingredienti con i quali realizzava degli manicaretti saporiti e gustosi.
Uno dei piatti che Eduardo amava cucinare era“la frittata di scamarro“, una ricetta molto particolare. Essa è una frittata di vermicelli senza uova, a cui vanno aggiunte olive, capperi, uvetta, pinoli, alici salate, aglio, pepe e prezzemolo.
Si dilettava a cucinare per gli altri, ma preferiva mangiare da solo ed in silenzio, per concentrarsi meglio sul gusto dei manicaretti che egli stesso preparava, provando a creare una “comunione di sapori”.
Il “difficile” rapporto con Peppino
Non aveva un buon rapporto con il fratello Peppino, infatti alla sua morte, il commediografo affermò senza troppi problemi: “Mi manca come amico, come compagno, ma non come fratello“.
Tra i due ci fu un terribile litigio; Peppino rinfacciò al fratello la sua tirannia sulla scena. Eduardo a sua volta sospettava che Peppino fosse in parola con l’impresario Remigio Paone e quindi sul punto di lasciare i fratelli.
Nel 1944 la “Compagnia Teatro umoristico” si sciolse, e dopo l’ennesima lite tra Eduardo e Peppino, durante le prove al Teatro Diana, i due fratelli si separarono, incrinando un rapporto che non fu più ripreso.
Dunque, quel desiderio intenso del celebre commediografo napoletano di tirare fuori il vero sentire degli attori, denudarli delle maschere per poi rimettergliele sul palco, propri di una personalità ironica e rigida al tempo stesso, divenne da quel litigio, un vero e proprio aneddoto ai quali spesso si fa ancora riferimento.
Un temperamento quello di Eduardo De Filippo malleato da una infanzia non facile, che lo spinse ad avere un rapporto complicato anche con Napoli, sua città natale, amata e al contempo quasi odiata.
Un carattere “difficile” proprio come la città che Eduardo De Filippo voleva rappresentare; frammenti di una quotidianità complicata che ricordano la sensibilità di una personalità senza tempo.