Eduardo De Filippo fu una delle personalità teatrali più influenti del Novecento napoletano. Con le sue opere esportate all’estero il noto drammaturgo si colloca direttamente al fianco dei grandi nomi maggiormente apprezzati oltre confine, quali Pirandello, Fo e Goldoni.
Nato nel quartiere di Chiaia, la strada per il successo gli viene spianata in tenera età, a soli quattro anni, quando partecipa all’opera “La Geisha”, messa in scena a Roma. Una famiglia d’attori quella dei De Filippo, con cui condividerà questa passione per il Teatro quasi sanguigna. Ben presto poi farà la conoscenza di Totò, diventato suo grande amico.
Neanche il tempo di dirlo ed i tre fratelli si ritrovano uniti sullo stesso palcoscenico, nel momento in cui Eduardo entra a far parte della compagnia del fratellastro, Vincenzo Spalletta. Fu in quegli anni che crebbero le sue doti nell’arte della scrittura, un processo che aveva avuto inizio al Collegio Chierchia, a Foria, ove aveva realizzato la sua primissima poesia. Durante il servizio di leva, nell’uniforme da bersagliere, produce la sua prima vera commedia. Siamo nel 1920 ed Eduardo intratterrà la platea militare con un atto unico dal finale amaro, caratteristica dei suoi lavori.
I temi della pazzia e del tradimento diverranno colonne portanti delle sue opere. Il drammaturgo più prolifico della famiglia tenta di mettersi in proprio fondando una compagnia nata dalla compartecipazione dei fratelli e di Michele Galdieri, suo caro amico. L’avventura va però a confluire nella Compagnia Molinari, all’interno della quale si costituiscono come ditta autonoma titolata “La Ribalta Gaia”. È a questo periodo che risale una delle commedie più riuscite di Eduardo “Sik-Sik, l’artefice magico”. Nel 1931 finalmente il sogno condiviso dalla famiglia De Filippo assume forma e consistenza nella Compagnia del Teatro Umoristico.
Tanto grande è il valore riconosciuto alla figura di Eduardo De Filippo che l’11 maggio -due giorni fa- la Zecca di Stato ha deciso di dedicargli un tributo. Nasce così una moneta da 5 euro in suo onore, dopo quelle già emesse, tutte del territorio napoletano, per Totò e la pizza, prelibatezza del patrimonio culturale partenopeo. La moneta rientra nella Collezione Numismatica 2020 ed appartiene alla serie “Grandi Artisti Italiani”.
L’artefice, Maria Carmela Colaneri, ha scelto di rappresentare su un lato il drammaturgo in un suo ritratto, coperto leggermente sulla sinistra da un sipario. Sul rovescio compare l’espressione “il teatro è vita”, in un setting teatrale, che si esplica nella raffigurazione di una sedia e un tavolino. Completano la scena degli elementi che rimandano direttamente ai lavori di Eduardo: una caffettiera, una tazzina, una stella -simbolo del Presepe – ed un corno portafortuna. 7.000 i pezzi complessivi erogati.